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Il vento tra i papaveri
Il vento tra i papaveri, edito da Youcanprint, è il titolo di
una recentissima plaquette di versi pubblicata da Gaetano Spinnato, autore
che già in passato ha pubblicato una piccola raccolta di racconti dal titolo
L’odore del tempo, edita da Il Centro Storico, e una collezione di
mutti, muttetti e jautru ru me paisi, dal titolo A miercu cunfusu.
Scorrendo le pagine della raccolta si capisce che il vento, soggetto del
titolo del libro, è metafora del tempo che scorre e i papaveri sono emblema
della natura cangiante a seguito degli effetti del vento. Non a caso, forte
e pregnante si staglia, ad inizio della raccolta, ovvero all’inizio del
tempo considerato dall’autore, la figura del padre, che con commossa ansia
non appena riceve l’ok, si precipita a osservare l’evento miracoloso della
nascita del primo figlio: “Tanto mi parlavi / di una corsa, / con il
vigore dei tuoi anni / verso casa / e di un bacio, / di te, curvo su di me,
/ appena nato.” Un padre come tanti che guida il figlio lungo il
percorso della vita, contento “ad ogni gradino della vita che salivo”.
Un padre che, di norma, per legge naturale, precede il figlio in tutte le
evoluzioni della vita, cosicché “ora sono qui, / chino su di te, per
ritornarti quel bacio, l’ultimo bacio sulla tua fronte … fredda.”
La
metafora del tempo che scorre inesorabile si esplica in canto che accarezza
i visi dei familiari tramite il ricordo di avvenimenti e sensazioni passati
e presenti: “Con fili di seta ricamavi la vita, / su rami di sole
posavano i giorni / che del dolore ignoravano il tempo. // E vennero pure
momenti di sale, per te figlia, moglie poi Madre, / con gli occhi bassi vidi
fermo il tuo labbro, / ma il tuo volto mai negò un dolce sorriso. // Seduta
ormai in alto, sui gradini degli anni, / stringi forte in un pugno i giorni
più belli, dall’altro allontani polvere e vento.” Anche il mistero della
vita in procinto di finire che traspare sul corpo dell’amato cugino disteso,
senza più coscienza di sé, su un letto d’ospedale è fonte di meditazione “C’è
sempre una carezza sui tuoi occhi / che fissano muti l’orizzonte” e
anche consapevolezza che la morte non cambia l’essenza del tempo passato: “l’ondata
di risacca non cancella / le tue impronte lasciate in riva al mare.”
Seppure, lavorando quale infermiere presso l’ospedale, abbia
professionalmente acquisito dimestichezza con le transizioni dei corpi,
Gaetano Spinnato conserva una fresca sensibilità che gli consente ancora
stupori verso quegli impercettibili miracoli che la natura continuamente
riserva a quanti si accostano ad essa con animo di poeta che coglie le
sfumature dei giorni che si rincorrono maturando anni eppure, al contempo,
giorni composti di attimi dei quali gioire, seppure vittime dell’eterno
fluire: “Mi è capitato svegliarmi all’improvviso / e tra le ombre lucenti
del mattino / vedere nel mio giardino un fiore nuovo. / Scendo per non
perdere il momento. / Solo ieri un filo d’erba puntato verso il cielo. /
Oggi profuma di vento in riva al mare, / colora di un sogno con la luna
piena. / Chissà domani … / Magico è il giro della vita. / Sbuca un fiocco
alla finestra: / Sali papà è già tardi per la scuola.”
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Recensione |
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