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Carissima Raffaella,

già da tempo, lo sai, in libreria ho trovato la graditissima sorpresa della tua raccolta di poesie Ipotesi d’amore ed io voglio ringraziarti per aver svelato, ancora una volta, tanta parte della tua anima e della tua ricchissima sensibilità. Ho letto e riletto le tue liriche, così toccanti, così personali, così piene di sentimenti autentici e profondi, e mi sono trovata ora con gli occhi umidi di commozione ora appagata di fronte ad un’immagine carica di bellezza, di poesia, di spiritualità.

Forse condizionata dalla mia deformazione professionale, ho sentito vibrare nei tuoi versi l’attenzione alla natura e forse il simbolismo, cari al Pascoli... Bella l’immagine del passero “accosto un giardino chiuso | dal profumo di magnolia. Prima dell’ansia dell’estate...!” Fa riflettere quel “vento che rischiara l’aria e sgombra foglie ferite | fra rose fredde e composte... e apre spazi azzurri foreste | d’alberi tra irti cespugli, ove rosse le bacche infiammano sentieri e gli scoiattoli rubano ghiande | tra foglie spante e genziane”.

Ho ritrovato il tema montaliano del “varco”: Aiutami a cercare un varco antico”... ed il fascino silenzioso e scabro del paesaggio ligure (o mediterraneo!):

“Il castello, appartato sullo scoglio, non puoi violarlo. | Cespugli d’erica, gole d’ortiche | chiudono il passo... Scricchiolano rami secchi | scoscesa la strada | apre al mare...” E ho ritrovato i temi leopardiani del tempo, della memoria (“la ricordanza”) della morte, dell’infinito... Ma soprattutto, ma soprattutto (!) ho sentito vibrare la tua anima, così sensibile e... ferita (forse!) nel far rivivere le figure dei tuoi genitori:

sono trascorse le vicende
delle persone
che abbiamo amato...

C’è tristezza e rimpianto nel tuo verso, però tu hai ridonato la vita alla “ragazza bruna dalle rosse gote”, infiammate dall’amore, che è stata tua madre, trepida e protesa nelle sue maternità... Hai fatto riviere, nei tuoi versi, vero ed impegnato, serio e coerente, tuo papà, nel suo farsi “ogni giorno in bicicletta” la strada “da Trieste a Gorizia”, durante la guerra o nel suo aprirsi all’amore giovane, prima per tua mamma e poi per i figli...

Era l’età giovane
la matassa non sbrogliata dagli anni...

"... le promesse non ancora appagate”....

Quasi petrarchesca l’immagine dei “petali del glicine sulla gonna”, ma più vera, più tua, quella di tua mamma, che “lascia cadere i libri lungo le ginocchi”.., oppure che “mangia ciliegie e sogna”... I tuoi genitori hanno dato la vita a te, con il loro amore (e doveva essere grande, altrimenti non ne usciva una creature così sensibile, quale sei tu!), ma tu hai ridato la vita a loro attraverso la tua poesia e siine fiera!... Non avere Si rimpianti . Ti sei fatta voce e interprete dei sentimenti di tutti , quando esclami: “Una manciata d’attimi t’ho vissuto!” Tanti di noi, comuni mortali, che amiamo la poesia e non osiamo esprimere in versi pur liberi, ciò che ci possa nel cuore, hanno ritrovato il proprio sentire nella delicata poesia delle tue liriche . Grazie, Raffaella cara! Grazie anche per averci svelato i “luoghi della tua anima” o le dolenti figure dell’eterno femminino”, che hanno parlato al tuo cuore...

E infine lasciami dirti di non imprecare contro l’orologio del tempo che passa... Ogni età ha i suoi lati positivi. L’avanzare inesorabile del tempo ci dona saggezza, equilibrio, capacità di vedere l’aspetto positivo di ogni situazione, nuova forza d’amore e di dedizione, di ripresa e di perdono...

Lascia ripetere alla tua anima quel grido interiore: “conducimi a Dio”. Io prego perché il Dio dell’Amore ti doni il Suo aiuto, il suo conforto, le sue certezze, non deludenti ed eterne, il suo abbraccio vitale, che ti ispiri ancora tanta, raffinata e sentita poesia!

Grazie, Raffaella! Oggi si ripeterà il tuo successo e... scusa il mio amichevole sproloquio.

Ti abbraccio con tutti i miei auguri

Gabriella

Padova, 6 maggio 2006

Recensione
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