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Le streghe di ieri son tornate, in immagini
Un libro-documento fotografico
realizzato da due esponenti del movimento femminista anni Settanta:
le padovane Luccia Danesin e Anna Maria Zanetti
Oggi
sono docenti universitarie, sociologhe, critiche d'arte, giornaliste. Trent'anni
fa, gonnellone e capelli sciolti, fronteggiavano la polizia nelle grandi
manifestazioni femministe che vedevano proprio il Veneto in prima linea. Che
cosa è rimasto delle "ragazze di ieri"? Lo raccontano, attraverso immagini e
testimonianze, le protagoniste di quei giorni, che oggi avvertono un rischio:
«Quello di essere dimenticate. Sono passati tre decenni, eppure le giovani di
oggi nulla sanno delle nostre battaglie» spiega Anna Maria Zanetti, autrice di
Le ragazze di ieri (Marsilio), carrellata di testimonianze del movimento
femminista veneto con le fotografie di Luccia Danesin. »Quello sulla storia di
destra o di sinistra – spiega – è un falso problema: se davvero qualcosa va
rivisto, è la completa, esclusione delle donna dalla storia ufficiale». Il libro
è l'ideale proseguimento di "Una ferma utopia sta per fiorire", scritto due anni
fa sempre dalla Zanetti per raccontare il femminismo armi '70. Dopo
quell'attenta ricostruzione storica, ora a parlare sono soprattutto le immagini:
gli striscioni sventolati nelle piazze per chiedere una maternità libera e
responsabile, il dialogo a volte problematico con altre donne più anziane ferme
a leggere quegli stessi manifesti ora critiche, ora incuriosite; i sit-in; i
girotondi improvvisati davanti a carabinieri e agenti di PS, intervenuti più di
una volta a caricare le dimostranti; i megafoni per urlare slogan come il
«tremate, tremate, le streghe son tornate!». Infine, la foto simbolo, l'ultima:
due giovanissime, con in mano mazzi di mimose, si riposano sui gradini della
Sala della Gran Guardia a Padova: sul muro dietro di loro si legge scritta
"Continua".
Molti sono scatti rubati con la pesantissima Nikon F che la Luccia Danesin
portava sempre con sè, nascosta in una borsa a tracolla: «Nelle
manifestazioni mi muovevo con nonchalance, perché a Padova, in quegli anni e per
quegli avvenimenti, sia le donne che le forze dell'ordine non gradivano essere
ripresi».
E dopo le immagini, i ricordi, quelli di nove donne che in quelle piazze
c'erano (solo a Padova, nel 1976, si contavano sette gruppi femministi
organizzati) e che oggi, pur con sfumature diverse, condividono la tranquilla
fierezza di aver partecipato a una stagione unica. «Una esperienza straordinaria
per intensità e tensione ideale: considero una fortuna averla fatta, mentre
altre donne la perdevano» dice Darla Martelli, scrittrice. Certo, non sempre i
bilanci delle ragazze di ieri sono positivi, alcune si sono trovate a
fare i conti proprio con quella "condizione tipicamente femminile" contro la
quale avevano lottato, costrette loro malgrado a sobbarcarsi un lavoro di cura
incessante perché mancano strutture e servizi sociali ai quali rivolgersi.
Eppure «proprio la consapevolezza di oggi mi rende fiera delle mie scelte di
ieri», sottolinea Alisa Del Re, docente a Scienze politiche.
E oggi? «Il mio cammino nel femminismo continua – afferma Lucia Basso,
dietista ospedaliera – quell'esperienza mi ha consentito di essere sentinella
dei valori di cui le donne sono portatrici». Proprio per parlare alle ragazze di
oggi, l'associazione Moderata Fonte, presieduta da Anna Maria Zanetti, sta
organizzando una serie di incontri – all'insegna dell'"Altra storia" – nelle
scuole superiori venete: obiettivo, far conoscere alle giovani quel che è stato
fatto e che, in qualche modo, ha cambiato anche la loro vita. Un recupero della
storia recente che vuole essere solo un primo passo per arrivare a creare un
centro di documentazione sulla storia delle donne.
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Recensione |
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