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Alleluia in Sala d’armi. Parata e risposta.

Nato da una rubrica satirica apparsa presso la rivista “Pomezia-Notizie”, il botta e risposta tra Defelice e Onano viene raccolto e celebrato in volume. Tale traslazione, da osservazione/osservatorio di cronaca, sia pure in chiave satirica, a dimensione di libro, mette in evidenza un primo aspetto da tenere in considerazione, ovvero la presenza di elementi ulteriori rispetto alla mera pasquinata.

Certo, l’impronta satirica è forte e autentica. In un recente intervento Nicola Lagioia rilevava come uno dei marcatori della satira sia l’inaccettabilità, elemento che distingue la satira, appunto, dall’umorismo. Chi è colpito dalla satira non può ridere a sua volta, perché satira sia deve essere sferrato un colpo (e non a caso nel titolo di questo volume si accenna al duello) e i due autori, senza alcun dubbio, i colpi li sferrano.

Tuttavia ad imporsi nella lettura del libro è il gioco retorico in cui da una parte si introduce una breve prosa che individua il tema - ad opera di Onano - e dall’altra si suona un contrappunto in versi (spesso simile alla filastrocca) di Defelice che completa, rincara o alle volte puntualizza, anche aggiustandone il tiro, la stoccata iniziale. Non a caso i due autori vantano una lunga esperienza letteraria e si misurano quindi avvertitamente nell’esercizio del dialogo.

Nella lettura pagina per pagina, lentamente sfuma in secondo piano l’occasione di scrittura e impercettibilmente affiora in trasparenza un secondo livello di incisione. Così il paradosso scherma l’amarezza, l’acume distrae una certa malinconia nel vedere perduti o violati alcuni dei valori che, condivisibilmente o meno, connotano la cultura italiana, così come serpeggia una dolorosa rassegnazione nell’assistere impotenti ad un generale scadimento dei costumi.

Volendo citare, tra tutte, due Alleluia, ci viene in mente “Alleluia… del progresso!”, in cui viene fatta ironia sull’esiguo risparmio di tempo, utilizzando la TAV, nel tragitto tra Reggio Emilia e Bologna e in cui emerge il sapore del sarcasmo proprio della più schietta e lucida provincia. E ancora “Alleluia Costa Concordia”, in cui l’amara riflessione sul turismo della tragedia viene virato in paradosso e Schettino viene trasfigurato quale benemerito per la cittadinanza del Giglio, a testimonianza di come tragedia, paradosso e satira, appunto, possano convivere nella stessa penna.

Recensione
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