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Di Amore In Meglio
Esiste qualcosa di superiore all’amore? Un sentimento
capace di sconfiggerne gli inevitabili andirivieni, lo sgomento dell’attesa,
l’altalena delle passioni che infligge a chi lo prova?
Elena di Cunzolo non risponde direttamente a questa (vana)
domanda, ma attraverso la sua silloge realizza istantanee dell’amore che, tra
rimembranza e tempo presente, narrano di questo sentire la parte più vera e
diretta – il “Meglio” che è il racconto di quella porzione di vita animata
dall’Amore stesso.
Senza indulgere in vacuo sentimentalismo, o in facili
stereotipi, l’autrice maneggia con sagacia e originalità il suo intimo universo
che si materializza al lettore attraverso spaccati di vita, percorsi fatti di
partenze e ritorni, in cui l’altro (la figura amata) spesso si materializza nei
ricordi, negli oggetti e nelle riflessioni scaturite nel quotidiano, orfano
della sua presenza.
“Tanto è rimasto nell’aria / da volerci un domani / in cui
gli occhi si trovino / prima ancora di cercarsi, / i sorrisi si inseguano / appesi
al filo di luce chiara… / Abbi cura di te, fino e oltre quel domani.”: in
queste vibranti righe si condensa la fierezza emotiva di Elena di Cunzolo che
offre al lettore la percezione di un tempo reso “domani” dall’amore stesso,
alimentando quelle alchimie imperscrutabili che cercano di realizzarsi in un
afflato di eternità.
L’autrice, attraverso i suoi testi, esprime la lotta, il
sacrificio e l’estasi dell’Amore, che non può essere pavido, neutro e o passivo.
L’Amore, per traghettarci al meglio, deve “dettare alla vita”.
Altrimenti, il sentimento vuoto e reso fragile dalle paure,
toglierà ai giorni ogni significato più vero e profondo, fino a farci cadere
(..) depredati e lordi / sin giù nella polvere degli umani affanni,
/immeritevoli di tanta grazia ricevuta.
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Recensione |
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