Diario minimo
La poetica
di Sandra Evangelisti è contraddistinta da un climax emotivo di coinvolgente
impatto, accompagnato da un tessuto metrico e stilistico che ricorda un lirismo
ermetico contraddistinto da un notevole spessore espressivo. I testi
dell'autrice spaziano dal raccontare episodi di un viaggio interiore
assolutamente intimo e privato, alle profondità riflessive di un costante
riferimento ad un tempo eterno e ad una dimensione assoluta che tutto accoglie,
interlocutrice privilegiata dello sgomento di chi scrive.
Sospesa tra
la complessità del sentire e l'apparente semplicità delle cose – che scorrono e
proseguono il loro cammino quasi inconsapevoli del loro significato e
dell'effetto che producono sui “viventi” – Sandra Evangelisti costruisce piccoli
miracoli di trasparente emozione, in cui addensare – quasi con voluttà – ogni
palpito al nodo, al centro dell'esperienza finalmente consapevole dei propri
sensi.
“(..) Da
me a me ritorno. | Quasi bambina. | Riscoprirò la vita | e il giorno, | l'anima
| e
il mondo. | Spero che sia ritorno | per davvero | e non lo spazio breve | di un
annuncio | prima di rituffarmi | nell'inconscio”: con delicatezza, l'autrice
ripercorre quel ritorno che catalizza ogni percorso dell'esistenza, quell'eterno
vagare che prelude all'approdo definitivo, non fisico ma mentale, nell'inconscio
che muta e dirige il nostro peregrinare terreno.
Un afflato,
quello di Sandra Evangelisti, che pretende una sintesi schietta al proprio
dolore, senza quei rimpianti da consegnare esclusivamente a quello “spazio
breve” sovrastato dallo sfogo di “un annuncio” mai davvero calato nella
profondità che solo la parola poetica può far emergere.
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