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Il lustro cosparso
Orcheomai

Gianni Calamassi è un autore maturo, capace di scrutare le profondità della propria poetica, e di fornire lui stesso al lettore nuovi spunti di comprensione della propria opera.

Come lui stesso dice nella prefazione al libro, composto da due sillogi che coprono un vasto periodo di genesi poetica, la poesia è “traccia dell’indagine giornaliera alla ricerca di me”.

Le parole quindi assumono per Gianni Calamassi un valore esegetico, di apertura diretta sul significato dell’esistenza, e che dischiudono alla stregua del filo di Arianna la via verso la conoscenza e luce.

I versi dell’autore sono proprio per questo immediati ed essenziali, e non si perdono in vuota retorica ma narrano e descrivono con semplicità attimi del quotidiano, e percezioni rinnovate alla luce della propria ricerca, e della propria esperienza personale.

La parola stenta / a ritrovare la sua trama / e si allargano i volti al sorriso / nato nel lontano di ognuno”: Gianni Calamassi da alla parola il suo primordiale significato di comunione, e concede al linguaggio la capacità di indagare l’uomo, e il suo bisogno di un tempo diverso, scandito non dalla fisicità del corpo ma dalla forza inesplicabile del pensiero.

La vita è movimento, “danza” (come indicato dal significato del titolo della sezione Orcheomai), dunque anche rappresentazione per sé e per gli altri. La poesia è dunque motivo corale, trasmissione di meraviglia e rinnovato stupore, sullo sfondo di una natura talora beffarda e “matrigna” , ma che non ha “tolto il saluto”.

“Il panorama è pronto/ per impressionare/ la camera oscura/ della memoria”: Gianni Calamassi salda l’immaginario con il tempo, il proprio e quello altrui, lasciando scaturire un flusso di coscienza libero e salvifico, a cui aggrapparsi per non retrocedere mai di fronte alle disillusioni dell’esistenza.

Per l’autore tutto “è vita”, ed anche il dolore in essa contenuto è parte integrante di un cammino che è anche, inevitabilmente, crescita e maturazione, ma soprattutto “creazione” del proprio io: “pulsa il martello / in mano al carpentiere / e prende vita / l’opera diuturna”.

Un incontro progressivo con una sempre maggior consapevolezza, e il monito lungimirante che l’autore offre al lettore lo conferma: “adegua il tuo cammino / al sentiero che percorri”.

Recensione
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