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Interviste e altri scritti

A cura di Amedeo Anelli, scrittore e critico, fondatore della rivista Kamen’, vengono raccolti vari scritti provenienti da e relativa a Edgardo Abbozzo, che peraltro erano già apparsi in vari numeri della rivista citata.

Trattandosi di testimonianze dedicate ad un artista sarà necessario inquadrare la cifra che caratterizza la produzione dello stesso, maestro ceramista tra i più prestigiosi nella recente storia dell’arte contemporanea. Unendo il rispetto per una tradizione quanto mai blasonata e le suggestioni del minimalismo, Abbozzo restituisce opere che sintetizzano istanza materica, accennando nella forma movimenti e dinamiche proprie degli elementi, ad una tensione verso l’assoluto, o meglio la stilizzazione che l’assoluto impone. L’artista frequenta la figura, ma lo sempre, come giustamente sottolinea A. Anelli in un proprio saggio, tendendo al simbolico, all’archetipo.

Il cammino che ha portato Abbozzo e divenire uno dei più precoci e apprezzati artisti italiani viene condiviso attraverso una serie di episodi che lo stesso artista narra e dai quali si evince l’importanza del lavoro, dell’artigianato, del rapporto con altri artisti e con la tecnica che, soprattutto in epoche meno recenti, gli artisti dovevano padroneggiare per realizzare, sia sotto il profilo concettuale e ideativo che, per l’appunto, realizzativo, l’opera d’arte. Tanto si spinge Abbozzo, in tal senso, da mostrare interesse per l’alchimia, sia come percorso culturale che come istanza aggiornata alle moderne risorse in cui l’utilizzo e il ricorso simultaneo a diverse possibilità tecniche e tecnologiche porta a trasformare i materiali in opere inedite e a fornire suggestioni illuminanti, nel vero significato del termine (numerosi, infatti, i lavori dedicati alla luce).

Non sia tratto in inganno, tuttavia, il lettore. Trapela dalle parole di Abbozzo un fine ulteriore: la tecnica, così come il simbolo e la figura, sono mezzi per arrivare ad un fine immateriale che è l’arte ed oltre l’arte. D’altronde, téchne stava ad indicare, nell’accezione etimologica greca, la capacità degli dei dell’Olimpo di intervenire sugli elementi e di padroneggiare gli stessi. Capacità a cui l’artista, inteso anche quale artigiano, non può sottrarsi, potendosi così considerarsi artista totale.

Recensione
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