La dimora del tempo
Leggendo il libro La dimora
del tempo di Sandra Evangelisti, si ha l’impressione di incamminarsi in un
viaggio metafisico, teso a sovvertire le quotidiane percezioni legate al
trascorrere della vita e delle sue emozioni.
Attraverso un percorso
interiore che riecheggia tutti i sapori della memoria e del suo mistero,
l’autrice tra se e se assopita, oltrepassa la soglia del tempo, dando al
lettore la viva espressione di un prima, un presente e un dopo che si annullano
per darsi reciprocamente vita.
Grazie alla presenza della
poesia a scandire ogni passaggio esistenziale, Sandra Evangelisti trova il luogo
magico dove si riparano le ferite, e dove l’abbandono e la perdita degli
affetti non sancisce una fine ma sempre un nuovo, perenne inizio.
Il ciclo dei sentimenti,
pari a quello del tempo, non conosce infatti sosta, e trae spunto dal dolore per
ricavare una nuova linfa, viatico alla ricerca di un significato ulteriore a
tutto questo incessante trascorrere.
Parole e libri e parole e
vita / E sguardi e sorrisi / Ma quanti nomi ha l’infinito? / Tanti e nessuno:
/appare all’improvviso/ e poi scompare:
l’infinito, come il tempo, non si ferma e non si fa svelare, ma è possibile
scorgerlo, pur nella sua fugacità, e fermarlo con i propri versi.
Come dice la stessa Sandra
Evangelisti, in un vibrante testo sulla relazione materna, per amore io resto;
come una fiamma flebile nell’oscurità, il sentimento e la passione gravitano
ancora per superare l’inconoscibile, e affrontare il buio che non è mai
definitiva coltre senza possibilità di squarci.
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