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La solitudine delle maree

“Guarda la rupe, amore, è ancora lì | occhio sull’azzurro dell’acqua e dell’aria | solida e silenziosa | come un dio. | Ricordi, amore, quando come arabe fenici | ci confondemmo con l’infinito | diventando tu acqua e io aria?”: questi versi racchiudono un elemento essenziale della lirica di Nicoletta Corsalini, l’ideale congiungimento con la natura e l’essere umano raggiunto attraverso un fatale viaggio dentro se stessi, dentro le proprie inquietudini, al cospetto di un permanente bisogno di infinito.

I versi dell’autrice sono l’approdo di questo percorso, dove si compie la perenne rinascita dell’amore e dove il movimento delle maree acquista un significato ulteriore, quello di un incanto che fa ritorno, nonostante gli ostacoli che ostacolano il suo compiersi.

La poesia di Nicoletta Corsalini, fatta di immagini rapide e dense, vive di intensità e ritmi passionali, fughe ed incontri con il soggetto amato, al riparo dai “silenzi del nostro tempo”, persi “nel suo vortice infinito ” , quello dell’amore che l’autrice afferma in tutte le sue disillusioni e in tutta la sua invincibile forza, a scapito di ogni ragione.

Nicoletta Corsalini racconta tutta la dimensione di un sentimento, che pure in ogni suo spietato aspetto ci sembra infine senza peccato; “non è ancora il tempo di scagliare la prima pietra”, e la prima urgenza è ancora l’amore.

Recensione
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