La scrittura teatrale di
Antonietta Benagiano in questa pubblicazione si misura stavolta in un testo di
tre atti brevi, che raccontano quale futuro attenda l'umanità ora concentrata su
quello sviluppo tecnologico di cui ora è diventata quasi dipendente.
L'estrema meccanizzazione del
vivere è al centro della riflessione che anima “la soluzione”: la tecnologia, la
scienza, arriveranno a soppiantare gli uomini addirittura nella loro capacità di
formulare pensiero?
Per Antonietta Benagiano la
risposta è assertiva, ma propone numerosi interrogativi su come ciò potrà
avvenire e cosa questo comporterà per il destino del nostro mondo.
Nell'opera La soluzione la
tecnologia e soprattutto la razionalità apparentemente vincente dei “nuovi
uomini” Tek (mutanti del genere umano ma integrati da una forte componente
robotica) che si contrappone al destino larvale dei Sap (gli ex sapientes, gli
uomini dell'oggi che nel futuro sono solo una appendice dell'universo efficiente
dei Tek); i Tek osservano i Sap da lontano, non comprendendone, con tutta la
loro razionalità, ancora il loro evidente attaccamento alla vita.
I Sap infatti conservano il
mistero dell'illusione, del sogno, del desiderio; proprio per questo sarà
impossibile il loro annientamento, poiché seppure inermi e addolorati,
posseggono il segreto di un ancestrale attaccamento alla vita.
Il testo di Antonietta
Benagiano è pregno di significati e allusioni su cui meditare. Complice un
linguaggio schietto e diretto, seppure curato e meditato, l'opera assume un
contorno dialogico e pienamente introspettivo, dialogando con i paradossi più
salienti della nostra contemporaneità.
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