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L’uomo obliquo e altri racconti
Ne “L’uomo obliquo” vengono raccolti un breve romanzo e alcuni racconti che
hanno ad oggetto l’esperienza erotica e creativa di un protagonista che, stando
al titolo, attraversa tali esperienze senza, tuttavia, risolversi in esse.
Per quanto attiene il romanzo breve, il protagonista scopre in ogni donna che
frequenta una diversa perversione e un ulteriore limite da superare. Non deve
tuttavia intendersi il percorso de nostro quale inabissamento nel torbido della
propria morale o quale critica della morale costituita, nel solco di fulgidi
esempi come De Sade o Diderot (ci riferiamo al romanzo erotico
Thérèse philosophe),
dacché l’elemento che emerge più evidente è la conoscenza, la curiosità di un
uomo che nel riflettersi nelle altrui debolezze ha modo di assumere
consapevolezza in merito alle proprie. La fiducia che il nostro ha nei rapporti
umani, per quanto erotici, non trova affievolimento neanche in tarda età,
celebrandosi anche da ultimo un ulteriore incontro che, ancora una volta,
rinnova curiosità e conoscenza e che, in sintesi, significano esplorazione
dell’animo umano.
Con estrema maestria l’autore configura per ogni esperienza una declinazione del
piacere che tuttavia non rimane mai fine a se stessa e non risulta quindi mai
pruriginosa o ambigua essendo sempre e comunque motivo di sguardo
compassionevole del protagonista che vorrebbe soffermarsi ma, come un
viaggiatore sena meta, non può sostare troppo nel medesimo luogo d accoglienza.
Non dissimile è l’esperienza della scrittura, che se indaga se stessa non può
smettere, ed evitare, di interrogarsi e che tentando una risposta deve
necessariamente ritenerla insufficiente.
La definizione di “sperimentale” che viene assegnata alla scrittura di questo
libro ci trova parzialmente d’accordo, se è vero che qualsiasi autore è alla
ricerca di qualcosa e quindi, lato sensu, esperimenta. Certo bisogna
concedere a Pasterius una certa disinvoltura nell’essere svincolato da strutture
narrative preordinate e/o tradizionali, e tale caratteristica non fa che
stimolare ulteriormente il lettore. Non siamo tuttavia in un territorio
auto-referenziale e velleitario come in taluni casi può sembrare di fronte a
prove schiettamente sperimentali, dal momento che, nel caso di specie, a
prevalere è il fine, ossia la narrazione e la sua prima e migliore missione,
ossia destare interesse e riflessione.
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Recensione |
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