| |
Profumo di rose & di ginestre
Già dal titolo, Laura Chittero Villani pare offrire al
lettore l’indagine di un contrasto, la violenza, sia pure dolce poiché
ricondotta a fiori, di un ossimoro. A ben guardare, tuttavia, siamo di fronte a
due emblemi di passione, quella lussuriosa e sontuosa dell’amore conclamato, la
rosa, e quella coriacea e resistente dell’attaccamento alla vita, la ginestra.
Nonostante l’accezione negativa conferita dalla poetessa (cfr.: “Amaro
profumo di ginestra / amara consapevolezza del tempo che avanza”),
nell’inevitabile accostamento a Leopardi, non può infatti mancare un rilievo sul
valore di speranza che proprio la ginestra rappresenta nella sua pervicace
fioritura nei luoghi più deserti e inospitali, fossero anche i pendii di un
vulcano, come nel celebre canto leopardiano.
In una manciata di liriche (sono dieci le poesie che
compongono la raccolta) racchiuse in un’elegante edizione uscita per i tipi
delle edizioni Cannarsa, si celebrano le ragioni di giustificazione di una vita,
tanto nel passato (addirittura viene offerta una sorta di colonna sonora allo
scorrere della memoria: l’autrice ricorda infatti, e ci ricorda, le canzoni
della sua gioventù Una lacrima sul viso o In ginocchio da te,
quasi a configurare una vera e propria mise en scène del
ricordo), quanto nella permanenza di un, sia pure attenuato, sentimento di
partecipazione: “Il mio spazio libero / è andare in montagna e godere / delle
imprese degli amici alpinisti”.
Ebbene, nonostante la lotta ingaggiata con il tempo e con
la perdita che - spesso - a questo è conseguente, non rimane alcun retrogusto
amaro all’esito della lettura, bensì davvero il profumo evocato dal
titolo che, anche dai pendii più scabri di un tempo trascorso, continua ad
inebriare chi sa cogliere il fiore della poesia.
| |
|
Recensione |
|