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Necessaria e l'ironia. Racconti dal Nord Est
Alla scrittrice lombardo-veneta Manilla Battilana il PEN di Trieste ha recentemente dedicato un libro che raccoglie dodici racconti
scritti negli ultimi anni e dall'autrice riuniti sotto l'unico allusivo
titolo Necessaria e l'ironia. Racconti dal Nord Est.
A parte
due racconti totalmente inediti, Georgica e Frase per una crisi, e
un terzo, L'abbandonata, che ricevette il primo premio al Goffredo Parise a Bologna nel 1995, gli altri nove avevano già visto la
luce sulle riviste lo “Scorpione Letterario”e “Tratti”, nonché, in specificato modo, su
“Vernice” nn." 6/7 del 1997 apparve La sveglia
frustrata, su “Vernice” nn." 11/12 del 1999 apparve Piccolo diario
e Regalo per Hermann, su “Vernice” n.° 16 del 2000 apparve Ponso, infine su
“Vernice” n.° 19/20 del 2001 apparve Il delitto di Calcutta.
I racconti sono molto
differenziati gli uni dagli altri a merito dell'ampio registro di intrecci e di
fantasie della Battilana, che, tra i'altro, organizza le sue trame narrative
negli spazi sia del micro-racconto sia del racconto lungo. In Frase per una
crisi in poche pagine viene descritta la scenetta, tra
comico e il drammatico, avvenuta alla cassa di un supermercato Pam dove la
scrittrice non sa che frase usare per venire in soccorso a un acquirente cui
mancano pochi centesimi per saldare lo scontrino.
Altro micro-racconto e il
premiato L'abbandonata, in cui in soggettiva il lettore entra nei panni di una
gatta ovvero di una cagnetta abbandonata dal suo sconsiderato padrone. Ai
livelli opposti troviamo il racconto lungo Il litopedio — che ha la specialità
di essere l'unico ambientato nel Meridione, a Pietraventosa in Puglia, anziché
nella Pianura Padana come tutti gli altri — in cui si racconta la tragica
vicenda del "figlio di pietra", raro caso di aborto procurato per lo più
extrauterino che costerà la vita alla nobildonna Francesca e il disonore al
padre di lei, Barone Calò, riverito signore e proprietario terriero, con la
dinastia ormai avviata a un'inarrestabile decadenza storica.
La Battilana si
conferma, anche nei racconti, abilissima osservatrice dell'animo umano, delle
pulsazioni, dei sogni, delle ambizioni e delle paure che fremono nel cuore dell'umanità,
e riesce sempre a differenziare con efficacia e verisimiglianza i diversi strati
sociali, le mutate condizioni storiche, il variopinto prospettarsi della
fortuna e dei casi. Sovente la sua ironia è incline alla comicità canzonatoria,
come avviene in Il delitto di Calcutta, in cui un intero dipartimento
universitario si blocca e suscita un caso di pubblica gravità per una scostumata
deiezione scatologica abbandonata da ignoti nell'ascensore dell'ateneo.
Talvolta, invece, l'ironia si riveste di aspetti compassionevoli per l'ingenuità
e la dabbenaggine dei protagonisti, con qualche trovata boccaccesca, come
avviene in Ponso, ove la bella Rosita finirà per rimanere zitella in quanto le
si farà credere che il principe Umberto di Savoia abbia risposto a una sua
lettera e mediti di conoscerla.
Ma altrove, l'ironia diviene acerba denuncia
storica, come
nel bellissimo raccontino I trafficanti di Speranza, scritto in aperta allusione
alle vicende recenti del nostro Paese, in cui il monarca di Prossenia, in epoca
antecedente alla fondazione di Roma antica, consegnerà il suo regno traballante
ai venditori di sogni e si cancellerà per sempre dalla storia della civiltà.
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Recensione |
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