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Organizzato in ben otto brevi sezioni – Aeroporti, Stazioni, Città,
Ospedali, Periferie, Luoghi d’acqua, Mercati, Luoghi allo stato liquido -
il nuovo libro di Roberto Mosi, è un tentativo di nuovo linguaggio della
poesia, come ci spiega l’autore nella presentazione che cerca di raccontare più
cose in modo e con strumenti diversi, per esempio la parola e la fotografia. Il
libro, infatti, è legato a una mostra fotografica di immagini prodotte dallo
stesso Mosi. Nella sostanza, il nuovo linguaggio diviene una elencazione di
momenti, aspetti, emozioni, fatti, elementi e schegge che sono frantumi di un
discorso alluso ma non sviluppato, una sorta di rappresentazione informale
dell’intreccio poetico, l’abolizione della trama, per cui galleggiano nella
pagina grumi coordinati e selezionati di elementi del discorso, intrecciati con
fascino e bravura da Mosi. Al lettore vengono in mente i taccuini d’appunti che
gli scrittori sono soliti prendere per fermare sulla carta, rapidamente, gli
estremi di un’idea cogliendo e bloccando qualche parola chiave essenziale per
poi sviluppare l’adornato del discorso poetico in un secondo momento: il secondo
momento, nei Nonluoghi , sembra non essere mai arrivato , per cui
rimangono le officine di idee, il trambusto dell’atelier artistico registrato
nella mente dello scrittore, che poi ha solo in parte ordinato gli elementi
verso un approdo formale. Mosi, autore fiorentino molto attivo e conosciuto, ha
già pubblicato Parole e paesaggi, 2006, Itinera, 2007, e
Florentia 2008. Cura il blog di poesia
Poesia3000.splinder.com.
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Recensione |
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