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Prefazione a
Il pesce di Ishikawa
di Rossano Onano
la
Scheda
del libro

Sandro Gros-Pietro
Come l'autore
istruisce nella sua acclarante nota introduttiva, il titolo del libro demanda ad
uno schema logico espositivo ed esplicativo, che ha valenza didattica e
sinottica, per cui individuato il problema che si vuole trattare, lo si colloca
ideologicamente nella testa del pesce che andremo metaforicamente a catturare,
dibattendo e sviscerando tutto il problema. E il problema, che è rappresentato
dal capo nevralgico del pesce, ha per corpo le lische, ciascuna delle quali
rappresenta una specifica tematica di dibattito. Alla fine, si avrà un ordinato
sviluppo sequenziale degli argomenti da esaminare, con una rappresentazione
armonica e ordinatrice della realtà. Schemi logici di contenuto scientifico,
tecnico, pedagogico o problemi di logistica e di strategia delle priorità
militari trovano brillante esposizione formale nel pesce di Ishikawa, che
ora, grazie a Rossano Onano, si mette anche a colonizzare le più caotiche acque
dei problemi umanistici, letterari e filosofici. Forse, più che un'ordinata
sequenzialità a lisca di pesce, a questo punto sarebbe più adatta una
rappresentazione a polpo Centimane, con grappoli e con gruppi sparsi di
tentacoli anche casuali o frattalici, emergenti or qui or là, nell'inopinato
sviluppo creativo della mente umana. Ma non è così, perché non va sottaciuto che
uno dei pregi più luminosi e più godibili dell'intelligenza letteraria di
Rossano Onano risiede proprio nell'ironia: nella suprema dote di parafrasare,
trasferire, traslare, alludere, arrovesciare, estrapolare ed estroflettere come
un guanto la realtà, che ci apparirà tutt'altra cosa da quella che è, pur
rimanendo incontestabilmente identica a se stessa.
In realtà un topos centrale e
binario c'è nel discorso di Onano, e non è neanche quel Nord ontologico rispetto
al quale l'uomo si collocherebbe inesorabilmente a Sud, in una regione coltivata
dall'invidia e dall'emulazione vanagloriosa e beotamente mistica della divinità.
Onano, invece, colloca al centro dei suoi interessi antropologici la
psicologia-psichiatria, che è poi anche il metodo maieutico per eccellenza, e
gli colloca accanto e insieme, nella sua rappresentazione binaria della
centralità del problema, anche la poesia, che è pure narrazione dialogica e
dialettica del reale e dell'io del poeta, con rappresentazione per exempla
e, quindi, anche mitologica dei contesti dentro cui si colloca la vita
dell'uomo. Detto con parole così semplici e così esaustive – come quelle che ho
egregiamente saputo usare! - , si potrà ritenere concluso con buona pace di
tutti i Contemporanei e di ogni Postero possibile il discorso critico su Onano e
si potrà ritenere perfezionata la didascalia enciclopedica della sua voce nel
complesso corifeo della sapienza umana. Ma se si vuole aggiungere qualche altra
lisca di pesce, e sperando che non vada di traverso, dirò che il libro nasce da
un percorso di letture e di meditazioni, disegnato dall'autore nel corso della
sua attività di pubblicista, con collaborazioni a diverse e sempre molto
qualificate Riviste letterarie e di valido dibattito culturale. Poco a poco,
intorno alla centralità del tema, si va scontornando una panoramica di
autori, nessuno dei quali è noto al grande pubblico. Anzi, il grande pubblico
non esiste per nulla in poesia e, in genere, in fatti di letteratura d'autore.
Per cui parleremo di nomi di autori che non ricevono e non godono di un'alta
frequentazione e di un vivido riscontro da parte dei lettori.
Qualcuno di questi
autori appartiene ad un passato ormai secolare, come Giovanni Antonelli. Altri,
sono autori immaturamente e improvvisamente scomparsi, ma la loro voce è a tal
punto attuale da apparirci un timbro sonoro presente tuttora nell'aria che
respiriamo, come Eros Alesi e Alberto Gatti oppure come i più noti, ma non direi
più frequentati, Antonio Porta, Dario Bellezza e Raffaele Nesci. Ec ecco che lo
scenario ancora si slarga e, ampliandosi, per soprappiù si contrasta in una
visione di approfondimento rivelativo delle tematiche, perché prendono il campo
degli autori contemporanei, tuttora vivi e significativamente operativi, i quali
debbono avere con l'autore del libro un rapporto di reciprocità di ricerca e di
crescita intellettuale e morale: appaiono, così, gli scrittori contemporanei
Veniero Scarselli, Domenico Cara, Maria Grazia Lenisa, Silvio Bellezza, Antonio
Nesci, Carmelo Maria Cortese, Ninnj Di Stefano Busà. Accanto alle tematiche di
sviluppo che questi autori trattano attraverso le testimonianze delle loro
opere, che Rossano Onano propone elaborando delle apposite note di lettura e di
riflessione sui loro libri, si vengono a creare, nell'intreccio problematico del
discorso evolutivo, delle occasioni e degli spunti di analisi che Rossano Onano
risolve proponendo, come una visione parziale o specifica, il libro di altri
autori contemporanei, dei quali ha curato una recensione o un breve saggio
evocativo di studio; pertanto, ci imbattiamo in Elio Caterina, Selim Tietto,
Danilo Maggioni. Nell'economia complessiva del libro, due capitoli appaiono
distinguersi in modo speciale: L'equivoco di Edipo nella trilogia di Veniero
Scarselli e, quello creativo e antologico, di mirabile concezione, Cena
di quattro portate e vini nella taverna desolata, dove si discute amabilmente
dell'ansia esistenziale.
Il libro di Rossano
Onano, Il pesce di Ishikawa, tende all'obiettivo di individuare una
centralità argomentativa del discorso letterario e, in generale, di formazione
umanistica in questo scorcio finale di secolo (e di millennio) riconducibile a
un ritorno di validità della maieutica, proponibile come forma e come metodo
della psicologia e, in modo traslato, della poesia; ma, in più, raggiunge anche
il risultato di fornire un contributo dialettizzato e dialogizzato di
documentazione e di informazione sui lavori e sulle proposte di contenuto e di
forma, elaborati per la storia della letteratura che si va scrivendo in questi
anni, da alcuni tra i nostri più significativi scrittori, il cui nome e le cui
opere non appaiono ancora frequentate dal grande pubblico, come Veniero
Scarselli, Domenico Cara, Antonio Nesci, Silvio Bellezza e Maria Grazia
Lenisa.
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