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Quando a emigrare eravamo noi
Con
Elegia provinciale, un romanzo dedicato al caso Doria Manfredi, vicenda che turbò
l'esistenza di Giacomo Puccini, il viareggino Giancarlo Micheli (41
anni), si era fatto notare come autore originale e dotato. Ora Micheli, che
scrive da una ventina d'anni e ha firmato traduzioni, lavori teatrali
e video, ha fatto centro con un nuovo romanzo edito da Campanotto, Indie
occidentali.
Puccini appare fugacemente anche qui, ma
stavolta il libro è dedicato all'emigrazione italiana negli Usa nei primi
anni del Novecento. È il «percorso iniziatico» dei giovani sposi Aurelio
ed Erminia che, approdati nel nuovo mondo, si scontrano con una
realtà permeata di malaffare e sfruttamento, per poi approdare a
una crescita di consapevolezza e di solidarietà. Il taglio che
l'autore ha dato all'opera è assai particolare, giacché insiste
sugli elementi di evolu zione umana dei protagonisti, sia materiale che
spirituale, ed afferma, con forza poetica, i valori della solidarietà, che appare oggi quanto mai necessario riscoprire. Il racconto, come
scrive nella prefazione Manlio Cancogni, è sviluppato «con meticolosa
cura artigianale, da scrittore per vocazione; consiglio, dunque, una
lettura riflessiva di questo romanzo, proporzionata alla cura che è
stata impiegata nello scriverlo». E davvero la prosa di Micheli ha una
sua 'densità' tutta particolare, impreziosita da uno stile alto,
molto letterario, che a prima vista può apparire desueto, ma alla fine
si rivela un valore aggiunto della narrazione.
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Recensione |
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