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La
nuova silloge della prolifica poetessa di Palermo è dedicata al padre Michele
Frenna, famoso mosaicista noto in campo internazionale, e alla sua Sicilia, oasi
di verde e di sole, terra di arte e artisti d’ogni genere. Il titolo, Arcano
splendore, si riferisce alle opere di Frenna, che oltre ad essere
trasparenti come “l’ acqua limpida del mare che mostra il fondale ricco di
pesci colorati che si rincorrono festanti”, della splendida Sicilia portano
il sigillo, la luce, i profumi, i colori. Dotata di spirito introspettivo
Gabriella riesce a leggere nelle immagini mosaicali prodotte dal padre come
nessun altro. Ne scopre motivazioni e messaggi, ne assapora l’incanto e la
poesia, riesce ad immedesimarsi negli stati d’animo dell’artista non solo, anche
a riviverne le emozioni. Psicologa e critico imparziale rivela profondo intuito,
capacità esegetica, competenza.
Il testo è una utile guida per chi voglia conoscere a fondo la personalità del
“Maestro del mosaico”, immergersi nei suoi capolavori, interpretarne l’arte,
gustarne la bellezza. Ma seguiamo le liriche nel loro svolgersi e scopriamo
quanto la poetessa ha voluto trasmetterci.
Dopo l’incipit “Una poesia per la vita” la prima immagine che viene
presentata è “L’agave”. “È una delle opere più conosciute del Maestro M.
Frenna” scrive l’autrice “Raffigura la continuità della vita”. Sembra di
vederla la pianta, altera e robusta sul suolo sassoso “apparentemente arido”,
mentre s’erge dignitosa “di fronte ad un cielo azzurrino velato di nubi”.
Sinestesia di sentimenti e ispirazione, compartecipazione emotiva: le due muse,
quella della poesia e quella dell’ arte musiva interagiscono in un afflato
idillico e procedono in sintonia. “La terra” è quella della sua Sicilia,
fonte d’ispirazione per artisti e poeti, che “riflette il suo splendore”
nei mosaici, nei suoi paesaggi e nelle sue raffigurazioni; nei colori e sapori
dei frutti, nei loro “ineffabili odori”. Sono così belle le immagini
musive, così eloquenti che chi ad esse s’accosta per ammirarle ne viene rapito,
viene colpito da stupore e meraviglia.
E non è sempre facile interpretarle, “lo sguardo del cuore | si può
soffermare | sul messaggio d’amore | che il quadro effonde”, carpirne il
segreto, ma non sempre riesce a sintonizzare con “la verità dell’artista”:
Ma che importa? Ci si accontenta di ciò che si vede, di ciò che “rapisce la
vista”. Lei, però, Gabriella, va oltre ciò che appare, penetra a fondo nelle
opere e ne coglie ogni sfumatura, ogni recondito significato, ogni palpito di
vita. Quanta tristezza ispira il quadro “Rimembrando”.
C’è lei, Gabriella, con l’espressione del viso in cui si legge muto, profondo
dolore, e c’è la cara sorella scomparsa prematuramente che osserva da un’altra
dimensione: fra le due ragazze, anche se divise per sempre dal destino crudele,
c’è un filo invisibile che le unisce, un filo di luce che traspare dai loro
volti afflitti e che dice non solo rimpianto e nostalgia, anche, soprattutto,
amore eterno, indissolubile.
Agrigento, Palermo, Medugorgje, San Calogero, la primavera, il concerto del
mare... Tutti i mosaici sono oggetto della sua disamina. Ed è proprio grazie a
questo studio intenso, acuto che spinge lo sguardo dell’animo nel cuore delle
opere, che va oltre il superficiale che la nostra poetessa riesce a scoprire
quanto grande sia l’arte di Michele Frenna il quale ha saputo interpretare così
bene il mondo interiore dei suoi personaggi e farne emergere le voci nascoste,
così bene riprodurre gli angoli meravigliosi della sua mitica terra e farli
apparire vivi, veri, da indurre chiunque ad esclamare, con le parole di
Michelangelo verso uno dei suoi colossi della scultura: “Perché non parli?”.
Non mi pare di esagerare.
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Recensione |
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