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Scrittore prolifico ed eclettico, Pietro Seddio ha dato alle stampe tantissime opere, "altre sono in corso di pubblicazione o comunque al vaglio delle Commissioni di lettura presso alcune prestigiose Case Editrici Italiane" (Così l'autore nella sua biografia). Ammirevole! Una mente fervida, instancabile.Nella sua ricca produzione troviamo romanzi,dizionari, raccolte di poesie, saggi storici e letterari, testi critici sul teatro e su noti personaggi del teatro.

Tutti gli argomenti rientrano nella gamma dei suoi interessi, ma il teatro ha la priorità. Ha recitato, infatti, commedie fin da giovane diventando – in seguito  – regista teatrale e direttore di affermate Compagnie e rappresentando opere di Pirandello, G. Lorca, Goldoni, Sartre, Shakespeare e altri importanti autori di fama internazionale.

Non s' è accontentato di "incontrare" solo personaggi della nostra penisola. Novello Odisseo mai "sazio di conoscenza", ha valicato i confini del "Bel Paese" e s' è spinto, questa volta, nella fredda Europa del Nord per riscoprire Henrik Ibsen, "Il Grande Norvegese" nato nel piccolo villaggio di Skien e vissuto per diversi anni in Italia, della quale era entusiasta tanto da affermare: «Com' è possibile vivere al di là delle Alpi?».

Quello su Ibsen è un lungo saggio, un' attenta disamina sulle opere e sul pensiero nonché sulla vita e sull'attività dell'artista nordico. Seddio scandaglia la complessa personalità di Ibsen nei minimi particolari, si spinge negli anfratti del suo mondo nascosto e ne mette a nudo tendenze e ideali. Riesce a farlo in modo brillante "sezionando" ogni singola opera e sottoponendola a personale e obiettiva esegesi interpretativa.  Ne emergono il temperamento (pessimista e misticheggiante) del Norvegese, la sua arte (dissidio tra l' ideale e la realtà), la sua polemica nei confronti della società e delle sue ipocrisie, il suo modo di intendere la libertà ("Potremmo essere liberi, se questo è ciò che realmente desideriamo" asseriva), la religione (Cattolicesimo e Luteranesimo sono entrambi sempre presenti nella coscienza scandinava; mentre però l' influenza del primo risultava labile, quella del secondo si mostrava congeniale all' anima di quella popolazione nordica e di Ibsen, naturalmente), il concetto di donna, simile in tutto e per tutto all'uomo, "portatrice di uguali prerogative che la conducono, infine e per alcuni casi, al suo completo annientamento" ).

Validi critici si sono occupati di Ibsen e ne hanno evidenziato la "viva attualità" del pensiero e la "capacità di rappresentare il male del mondo che è ancora un problema contemporaneo". Seddio riporta giudizi e opinioni, e li condivide, di Giovanni Antonucci, Ruggero Jacobbi, Nicola Chiaramonte, Peter Szondi, Luigi Capuana e altri.

Il modo di esporre del nostro saggista è perfetto nella forma, incisivo nel contenuto. Avvertiamo,nel corso della lettura, un senso di ottimismo espresso con umiltà e sincera fiducia nel messaggio positivo che egli ha voluto lanciare attraverso le sue precise disquisizioni. Così in chiusura: «Ormai Ibsen appartiene alla storia universale e non sarà questa disamina ad accrescere il suo così riconosciuto valore, ma ciò non toglie che si possa contribuire a suscitare qualche nuovo interesse... Basta saper leggere tra le righe ».

Recensione
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