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Altro non faccio…

Esiste una rivista bilingue che viene considerata un luogo d’incontro culturale dei letterati aventi la vocazione e la volontŕ di ricerca e approfondimento della lingua italiana e dei rapporti italo-ungheresi. La rivista bimestrale ha visto la luce nel 1997 con il nome di Osservatorio Letterario, con sede a Ferrara. Ormai da 15 anni la professoressa, giornalista, scrittrice, redattrice Dr. Melinda Tamás-Tarr-Bonani, trasferitasi dall’Ungheria in Italia, dedica il suo lavoro alla letteratura, alle traduzioni e soprattutto alla raccolta di opere d’arte, che vanno ben oltre i confini e le nazioni, e alla loro diffusione in cerchie sempre piů ampie di lettori. Reinterpretando le parole del colonnello Alessandro Monti, la redattrice confessa cosě il ruolo della sua missione culturale: "Altro non faccio che adempiere in Italia a secondo delle mie stesse forze, capacitŕ intellettuali e scarsissime possibilitŕ finanziarie, la missione culturale e letteraria che m’impongono Italia ed Ungheria, nonché i doveri che mi legano a queste due nazioni, alla mia patria natia e a quella d’adozione…"

Quest’anno coincidono due diversi eventi. Il quindicesimo anniversario dell’Osservatorio Letterario ed i 150 anni dell’Unitŕ d’Italia.

Questa č una grande occasione per un’italianista che ha la possibilitŕ di raccogliere i fiori delle letterature di queste due nazioni e intrecciarli in una ghirlanda.

Il fatto che la rivista sia diventata conosciuta e riconosciuta sempre di piů in molti paesi – tra questi l’Ungheria – č la prova della sua totale dedizione, costanza e passione, verso i rapporti letterari e culturali italo-ungheresi. In pratica questo volume di Antologia, abbastanza maestoso, da’ spazio agli italianisti ungheresi, agli ungarologi italiani, ai professori universitari, agli scrittori e poeti scomparsi di recente, fino ai giovani e volenterosi studenti o semplicemente amatori che si dilettano nella letteratura italiana.

La nascita dell’Unitŕ d’Italia, l’epoca risorgimentale č stato il periodo in cui non si sono solamente avvicinati gli eventi storici delle due nazioni, ma durante le guerre di indipendenza si librava davanti ai loro occhi una meta comune. Basti pensare a Garibaldi e ai Mille, nella cui spedizione accanto alle truppe italiane vi erano arruolati, come supporto, anche patrioti ungheresi facenti parte della legione del colonnello Alessandro Monti, accanto al quale prende posizione anche la nostra redattrice. In quel periodo storico anche le donne che contribuivano in un modo o nell’altro, sostennero il raggiungimento della tanta desiderata libertŕ. Alcune lottavano come gli uomini, tenendo le armi in mano e schierandosi in prima linea. Sarŕ una discendete di queste eroine spirituali la nostra compatriota, e anche se vive in un Paese che ha scelto lei, non ha mai dimenticato, nemmeno per un attimo, il luogo da cui č partita, infatti, esso ritorna sempre nelle sue opere. Tramite le sue virtuose traduzioni anche i lettori italiani potranno conoscere i piů grandi scrittori e poeti del nostro piccolo Paese. In questo splendido giornale vengono pubblicati scritti di vati, poeti romantici, di stampo risorgimentale, i poeti del "Nyugat" del XX secolo, cosě come i geni della poesia barocca ungherese, nonché la prova degli scritti contemporanei.

Cosa veramente unica e travolgente č il fatto di poter vedere nello stesso giornale il nostro Inno Nazionale, il Canto Nazionale e la poesia circonloquita di Illyés Gyula "Una parola sulla tirannia", tradotti in lingua italiana. La grandissima impresa č giŕ di per sé molto apprezzabile e straordinaria anche sul piano della letteratura internazionale. Per non parlare del suo talento poliedrico, come traduttrice riesce, infatti, a trapiantare con successo poesie di lingua spagnola e francese in italiano. Nella vasta scelta si trovano anche le poesie del cileno Pablo Neruda e del gigante simbolista francese Paul Verlaine, tradotte in italiano.

Alle belle lettere, che ivi si possono leggere, si affiancano, con raffinatezza, consistenti saggi e ricerche. Merita di essere accennato lo studio riguardante le eroine e le poetesse italiane del Risorgimento, della cui memoria, fino ad oggi, si sapeva poco e niente. I nostri ricercatori italianisti rendono l’Antologia Giubilare ancora piů erudita e multietnica con i loro interventi su vari argomenti.

In questo libro possiamo leggere cinque delle ricerche di Madarász Imre, uno tra i nostri italianisti piů conosciuti e distinti: si leggono saggi su Németh László, sull’iconico Giordano Bruno, sui poeti vati dell’Europa del IX secolo, su Prohászka Lajos, un nostro filosofo ingiustamente trascurato, nonché su Corrado Alvaro, scrittore calabrese.

Tra gli autori emergono i nomi di Paczolay Gyula e Tusnády László, tanto per citare quelli piů importanti. Possiamo leggere anche di Dante, Márai Sándor, delle reminescenze di Leopardi nei versi di Tóth Árpád e conoscere le opere di alcuni poeti e letterati contemporanei ungheresi e italiani dotati di considerevole talento. L’elenco di eccellenti autori ungheresi, nonché il fruttuoso lavoro della redattrice come traduttrice, tra tutti lo dimostrano meglio le pubblicazioni di due racconti in italiano di Jókai Anna e di una novella fortemente realistica dell’attore, scrittore e direttore Csernák Árpád, dal titolo " Se detta Dio Signore". Invece tra i rappresentanti della poesia ungherese contemporanea troviamo lo storico e letterato Papp Árpád, scomparso nel 2010, anche lui molto legato alla cittŕ di Kaposvár, e famoso per i suoi epigrammi, che in questa splendida antologia troviamo tradotti in tutte e due le lingue, cosě come le proprie opere di Melinda Tamás-Tarr. Risplendono in questo volume il frutto delle opere di eccellenti professori italiani. Il polistorismo č ritenuto una raritŕ, e di ciň ne da’ una testimonianza Emilio Spedicato, professore di matematica all’Universitŕ di Bergamo, con i suoi saggi su quattro diversi argomenti scientifici. Uno tra questi parla di un matematico ungherese, Egerváry Jenő, e dell’eco in Italia delle sue teorie. L’osservatorio Letterario di Ferrara č chiamato a scoprire i rapporti che intercorrono tra la letteratura italiana e quella ungherese e trasmetterla nel migliore dei modi possibili. E come allora la famiglia degli Estensi che ha fatto fiorire la cultura rinascimentale a Ferrara, cosě oggi splende per noi l’Osservatorio Letterario che per la gioia di tutti avvicina le due nazioni. Con un cuore pieno di gratitudine ringraziamo la redattrice, per la sua intramontabile passione di scrittrice, la sua materna premura e questo libro giubilare.

Speriamo di trascorrere assieme ancora tanti e tanti anniversari quinquennali.

Recensione
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