Prefazione a
Promethéus. Il dono del fuoco
di Roberto Mosi
la
Scheda del
libro

Giuliano Ladolfi
«Incontro Prometeo / e il tempo del Covid»
Il mito è «lo
schema di un fatto avvenuto una volta per tutte, e trae il suo valore da questa
unicità assoluta che lo solleva fuori del tempo e lo consacra rivelazione. Per
questo esso avviene sempre alle origini, come nell’infanzia»
(Cesare Pavese).
Uno dei più suggestivi e sempre attuali miti riguarda il furto del
fuoco come dono agli uomini da parte di Prometeo (“colui che riflette prima”)
... Soggetto di tragedia di Eschilo, viene ripreso da Roberto Mosi in chiave di
stretta attualità mediante due significati fondamentali: l’arte e la scienza,
testimonianze dell’intelligenza, della coscienza, dell’innato desiderio di
conoscere e di creare da parte dell’essere umano.
L’azione del semidio si configura come ribellione allo strapotere di
Zeus, qui indicata come esercizio di libertà nel momento storico in cui la
pandemia l’ha necessariamente limitata. Il poeta-fotografo si aggira per
le strade mondo alla scoperta dell’arte di strada con l’occhio di chi intende
scoprire entro la raffigurazione il significato profondo delle opere. Si
affrontano temi capitali del genere umano, come la follia, gli orizzonti della
sperimentazione scientifica, la pace, la libertà, la povertà, l’ecologia. Lo
sguardo dell’autore, quindi, viene attratto dalla sofferenza provocata dalla
pandemia e dai suoi tragici rituali e protagonisti. Nell’ultima sezione tramite
personaggi letterari, storici e mitologici si raffigurano i principali
sentimenti umani, quali la speranza, l’angoscia e la salvezza, sottoposti al
vaglio della scienza.
Ci troviamo di fronte a un testo di grande intensità creativa, in cui
il mondo interiore dell’autore si attua in situazioni concrete che di esso
divengono “significato”. Attraverso uno stile nudus ac venustus si
crea una vera e propria epopea dell’umanità, che dalle raffigurazioni presenti
nelle grotte di Lascaux giunge ai giorni nostri come celebrazione dell’ingegno
umano, portatore di una scintilla divina.
Arte e scienza vengono celebrati come suprema espressione della nostra
stirpe, bisogno insopprimibile dell’essenza umana, foscolaniamente apportatrici
di civiltà e di progresso.
Il tema affrontato da Roberto Mosi farebbe “tremar le vene e i polsi” a
chiunque; egli lo affronta con il piglio di chi possiede una ricchezza di
ispirazione, un bagaglio culturale e una vasta gamma di strumenti poetici che
gli permettono di evitare sia la facile tentazione della retorica sia il
pericolo di un’intellettualizzazione della tematica.
La forza dei versi fa colta soprattutto nell’aspetto “visivo” che si
innesta senza soluzione di continuità sulle diverse rappresentazioni:
Il dio, ladro del fuoco, porge
ad Antigone la fiamma della scienza
Antigone sfida le leggi di Creonte
La suggestione del testo non permette di raggiungere inquadrature
interpretative definitive, il lettore viene, pertanto, invitato a proseguire
nell'analisi personale per comprenderne la ricchezza.
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