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La perdita e il perdonoUna raccolta che ha il coraggio di fare domande e di concedersi di trovare risposte di contenuto (con profondità e chiarezza di pensiero). Ci si interroga, in primis, sul senso della poesia, dei propri versi:
(da un "Refolo di sincerità" pagina 14) Quanti, tra chi scrive, non si sono mai trovati a porre/porsi questi interrogativi? Ed è lo stesso Roberto a rispondere, a più riprese e in più poesie, rompendo la "glassa poetica galante" con pungente ironia, o con elegante autoironia, citerò solo alcuni versi per non togliere alla lettura il piacere della scoperta: ...
(da "Consuntivo: Lirismo e Poesia" pagina 15) Ed è in continuità con quest'ultimo verso che si palesa il tema della "non appartenenza", un altro leit motiv della silloge.
(dalla sezione "La Cavolaia" pagina 36) e più avanti nel testo "Una Storia Vera" (pagina 41) dove la non appartenenza si fonde con quella della appartenenza al cosiddetto
O ancora, laddove, il senso di non appartenenza tracima nel senso di non appartenenza alla vita:
(pagina 37) Segnalo, infine, i testi in cui Roberto ritrae, con equilibrio tra sé e capacità di osservazione del circostante, momenti del vivere quotidiano inducendoci a riflettere su tematiche universali:
"...La poesia non libera dalla paura, le dà un contesto, una vivibilità, grazie alla poesia è possibile frequentare la paura all'insaputa di se stessi, abitarla senza esserne sequestrati, entrare e uscire, sostare sulla porta. Ed è possibile gridarla o sussurrarla agli altri. La poesia è la possibilità di un ascolto, di un interlocutore"....scrive Chandra Livia Candiani ne "Il silenzio è cosa viva", Giulio Einaudi editore. Con queste riflessioni che mi hanno richiamato alla mente i tuoi versi, concludo caro Roberto ricordandoti che questo libro ti appartiene e tu appartieni a tutto il mondo poetico in esso. Un luminoso cammino a te e a questa tua creatura poetica. Di nuovo grazie. Vincenzo |
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