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Schiava d’amore

Ragnatela

Lavoro lenta
ma decisa
alla tela
che non ha fine
e che mi ucciderà.

A Nina era piaciuto subito Adelmo, dal primo momento che l’aveva visto. Ne era rimasta subito conquistata. Certo, all’inizio non era stato facile perché lui aveva dovuto convincerla di avere intenzioni serie, di voler diventare suo amico: lei aveva paura che poi lui cambiasse le carte in tavola, che la mangiasse, che la divorasse. Ma ad Adelmo Nina piaceva così, con tutti i suoi dubbi. Certo, all’inizio, non s’era parlato d’amore. Aveva bussato piano alla sua porta e aveva pizzicato i fili dolcemente cantandole canzoni lievi che solo lui conosceva. La danza di corteggiamento era stata frenetica e aveva spossato il posteriore di lui che si muoveva come un Elvis Presley con le sue numerose zampe. Insomma, aveva provato per giorni e giorni, prima che lei rispondesse di sì.

“Non voglio farti male”, le aveva detto e la sua dolcezza l’aveva conquistata.

Alla fine dopo tanto tirare e scuotere la ragnatela, lei lo aveva invitato e lui si era avvicinato con cautela. Lei non aveva percepito nessun “segnale d’inganno” anzi aveva avuto fiducia in lui perché aveva percepito delle vibrazioni positive. Le vibrazioni che lei aveva avvertito erano forti impulsi inframmezzati da pause, una specie di poesia d’amore.

Sosteneva che gli piaceva 2la morbidezza” del suo corpo e per questo la chiamava Venere capitolina…”la callipigia”, quella sulla quale sai “’n do’ mette le mani”, le diceva in dialetto…

A lei piacevano le lunghe braccia sottili di lui che sapevano sfiorare ciò che toccavano e che sapevano avvicinarsi a lei senza farle male. Lei occupava gran parte dei suoi pensieri. “Ogni giorno c’è un pensiero per te, stà sicura”, le diceva.

Il dialogo con lei era veramente avvincente: Nina era fuori del comune ed era un piacere sollecitare ed essere sollecitati dalla sua intelligenza. Gli piaceva sfiorare il pensiero di lei con il suo: provava un forte coinvolgimento a colloquiare con lei. La molla che lo spingeva a soddisfare tutti i desideri di lei era la sottile sensazione che provava quando lei “si lasciava spogliare”, concedendo tutto quello che aveva di più intimo.

Non era in un buco che s’erano incontrati, Nina e Adelmo. Amavano entrambi gli spazi aperti, ma non troppo, così come li attraevano gli angoli sufficientemente spaziosi, ma protettivi allo stesso tempo. Vi restavano per lunghi periodi l’uno sopra l’altro, qualsiasi tempo facesse.

Presto le fu chiaro che senza di lui non avrebbe potuto vivere.

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