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Ossa, cervelli, mummie e capelliEinstein, Mozart, Carlo Giacomini, Jeremy Bentham, Cartesio, Lenin, Beethoven, Napoleone, Galileo: difficile pensare che qualche cosa li possa tenere insieme, a prescindere dalla loro grandezza o bravura o storia. E, invece, …
In una nota di lettura, come questa mia, non si possono seguire, dei preziosi resti, le singole traversie. Divertenti, peraltro, se si pensa che i trafugatori, i collezionisti, senza timori del morto e della morte, non hanno badato, va da sé, a tenersi stretta la reliquia, pure rinsecchita, ma l’hanno volentieri messa nel giro della pubblica, pur privata, utilità. Vicende e risultanze odierne per sommi capi. Il cervello di Einstein, per scoprirvi gli anfratti del suo genio?, è stato fatto anche a fette: dove queste siano finite non si sa, forse sono sparse nel mondo. Il cranio di Mozart (ma è proprio il suo?), trafugato da un becchino, è custodito in cassaforte a Salisburgo. Il cervello di Giacomini, anatomista, è conservato nel Museo d’Anatomia dell’Università di Torino in una modalità tale che sembra sia osservato dal suo scheletro, così come lui aveva desiderato e indicato dopo gli studi di una vita su altri soggetti. Jeremy Bentham, che aveva deciso di dare il suo corpo per la ricerca scientifica, riposa nell’University College di Londra luogo del suo impegno esistenziale. La sua testa, però, oggi è conservata in una scatola apribile solo con quattro chiavi: i goliardi nel 1975, infatti, la prelevarono chiedendo poi un riscatto simbolico di 10 sterline. Il corpo di Cartesio ha avuto vicende complesse e complicate tra il viaggio di ritorno dalla Svezia attraverso le Fiandre fino a Parigi, per essere infine riesumato, eccetera. Una domanda: saranno i suoi resti quelli dentro il Pantheon parigino? Lenin riposa nel mausoleo eretto per lui nella Piazza Rossa a Mosca. I capelli di Beethoven, dalla folta chioma, sono in tanti luoghi del mondo. Il pene di Napoleone (come sarà venuto in mente di appropriarsi di questo cosino – pare che fosse di ridotte dimensioni – così essenziale per un uomo?) fu affidato all’abate Vignali, assistente religioso dell’imperatore prigioniero a Sant’Elena, passando poi da una mano all’altra e da un’asta all’altra: oggi dovrebbe essere presso la Squire Urogical Clinic di New York. Il dito di Galilei, strappato dal cadavere durante una riesumazione del 1737, è conservato presso il Museo Galileo (ex Museo della Scienza) di Firenze. La ricognizione di Antonio Castronuovo in Ossa, cervelli, mummie e capelli è inserita nel contesto storico e arricchita di peripezie collegate all’acquisizione, alla sparizione, al ritrovamento delle reliquie; è arricchita di (e sorretta da) riferimenti storici, di date e nomi, testimonianze indirette, della testimonianza diretta di Giacomini e Bentham sul loro darsi alla scienza una volta cadaveri. L’ironia si fa più sottile seguendo le peregrinazioni di corpi e di corpuscoli, smorza certezze e affina i dubbi nell’approfondimento dell’indagine. Un espediente scritturale, l’ironia, che rende la materia, in sé astrattamente non allettante, gradevole e tale da restituirci un viaggio curioso (secondo l’etimo) alla ricerca della verità su una materia che persone amorose e devote, talora in vista di lauti guadagni, hanno a volte custodito, a volte di necessità strapazzato, a volte davvero adorato (Lenin, per esempio: culto della personalità permettendo). Materia che altre mani amorose, infine, hanno tramandato ai posteri per la contemplazione dei grandi. |
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