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Dopo aver letto i venti racconti di Gianni Ferraresi racchiusi nel volume Sognando Natale, per lunghi minuti ho chiuso gli occhi e, di colpo, tutti i ricordi dei miei lontani Natali, come tanti petali di rose, sono scivolati su di me, coinvolgendomi in un mare di nostalgia.

Come racconta anche l'autore del libro, erano Natali pure di guerra, di fame, di paura per un presente terribile che non lasciava intravedere nemmeno un filo di speranza per un eventuale futuro. Eppure, leggendo ogni singolo racconto in cui il Natale è l'assoluto protagonista, non si può fare a meno di constatare che, pur nell'infernale caos di una guerra che sembrava non dovesse mai aver fine, la vita non si ferma e continua il suo percorso tra nascite e morti, tra sorrisi e lacrime, tra il calore delle amicizie vere e quello dei familiari, perché "allora", l'immagine della famiglia era un bene inestimabile, perché su di essa vegliava l'amore di Dio! E durante le notti natalizie in particolare, l'anima si vestiva a festa, così come a festa si vestiva anche la terra, perché era bellissimo vedere tutto intorno il biancore immacolato della neve che brillava sotto il chiarore di una grossa luna piena in un cielo trapuntato di stelle!

E con un fondale di sogno come questo, ecco che Gianni Ferraresi, divenuto adulto, si ritrova a tornare indietro col pensiero, a rammemorarare molte storie natalizie, e a rivivere gli episodi più incisivi della sua fanciullezza. Il ricordo delle favole di Natale scuote in lui un senso di commozione, così che decide d'incidere questo ricordo su i fogli di un libro, perché non vuoi perdere nulla del suo passato! E su questi fogli, con amore, egli riporta le memorie del tempo andato, riporta volti e nomi cari, avvenimenti, emozioni, pensieri, particolari di vita vissuta.

E come accade sempre quando si riporta in superficie il passato, ci si rende conto che nel suo pesante e complesso bagaglio, la vita non manca mai di portare con sè ammassi di negatività che creano dolori e lacrime e ammassi di positività che, con i loro attimi di serenità e con i loro sorrisi, sanno creare tutte quelle piccole cose che danno un senso alla vita.

Ed è proprio per questo che l'autore descrive i suoi ricordi con viva e sentita partecipazione. E, memore di una cosa bella, chiude la sua raccolta di racconti con una storia vera, riferita alla Madonna delle Grazie, una storia preziosa, un meraviglioso Fiore di Natale, con la vividezza dell'immagine dí una Madonna che stringe al petto il suo Bambino Santo.

Ed è già evidente che questa storia, da sola, diventa Poesia, diventa augurio gioioso, perché assume un significato di grande festa, senza la necessità di andare alla ricerca di troppe parole. Una chiusura dolcissima, che commuove, che aiuta asperare nel bene, un bene che possa rendere meno duro l'innegabile male che avvilisce il mondo e perché l'immagine della Santa Madre di Dio, sappia ancora scuotere di tenerezza e d'amore i cuori e la vacillante Fede degli uomini!

Recensione
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