Mentre piano
risali il torrente
Quelli che leggo nella raccolta
di poesie “Mentre piano risali il torrente” sono versi freschi,
scroscianti, zampillanti come l’acqua che sgorga dalla polla o che salta sicura
nel raggiungere il piano per poi scorrere tranquilla lungo dolci pendii.
L’acqua, fonte di vita per tutte
le creature della terra, domina la poesia di Filippo Giordano, dando forza e
significato ai sentimenti di gratitudine verso la bellezza della natura sempre
presente in ogni forma di vita.
Nell’esaltazione di un vissuto
fatto di duro lavoro nei campi, il poeta torna indietro nel tempo per risalire
alle primordiali radici dell’uomo e riproporre quei valori che la società
industrializzata sminuisce e scolora. Levità e vigore, sono i termini da
attribuire alla poesia di Giordano che, completata e caratterizzata dalle sue
pittoresche foto, esalta il perfetto connubio tra le parole e le immagini. Su
tutto scorre il tempo che, proseguendo nel consueto turnover, lascia le sue
inconfondibili impronte nei luoghi e nell’animo umano.
Nei versi che seguono è evidente
il parallelismo tra lo scorrere dell’acqua e il tempo: “sinuosa scorre
l’acqua gorgogliando / sul grigio della roccia primordiale / trascinando tempo
soave / tempo senza tempo /…”
Dall’elogio alla geometrica
costruzione naturale di fiori e frutti espresso in più di una poesia, emerge la
preparazione matematica del nostro autore, confermando le sue ottime capacità di
realizzare successi, tanto nel settore scientifico che in quello letterario.
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