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Atti di un Convegno dedicato alla poesia di Bino Rebellato
Un seminatore di umanità e di poesia
La vita ama coglierci spesso e volentieri
di sorpresa, per cui con l’andare avanti nel tempo ti accorgi che c’è sempre
qualcosa che ci è sfuggita: un’occasione perduta, un rapporto interrotto. E’
quello che mi è capitato dopo aver avuto tra le mani gli Atti di un Convegno
svoltosi nell’ottobre 2005, ad un anno di distanza dalla sua morte, per
ricordare la figura dell’uomo e del poeta Bino Rebellato. Ma anche editore,
animatore culturale come pochi altri nella sua terra, soprattutto a Cittadella,
in provincia di Padova, dove aveva passato tutta la sua vita, regalando una
messe infinita di iniziative di alto profilo culturale. Sfoglio trepidante le
pagine di questo volume Il verso mai scritto. La poesia di Bino Rebellato, e
mi abbevero come un assetato alla fonte di notizie che i diversi relatori hanno
offerto. Tantissime cose, quasi tutte le conoscevo, qualcuna forse non
ricordavo, ma anche tante altre potrei raccontarne personalmente e anche per
quanto mi ha confidato negli anni un carissimo e fraterno amico di Rebellato:
l’artista Mario De Poli. De Poli, fra i moltissimi artisti che Bino aveva
incontrato e incoraggiato nel suo cammino, occupava un posto di privilegio in
quanto oltre alla stima profonda che egli nutriva per le opere artistiche di De
Poli, di cui si fece interprete con una monografia per i tipi di Rebellato
editore (era il 1981), aveva instaurato un legame di solida amicizia. Devo
proprio a De Poli la mia conoscenza personale di Bino Rebellato (lo conoscevo
come editore; ora posso confessarlo, conservo una sua lettera nella quale si
diceva felice di stampare un mio libretto di poesie), con alcuni incontri
davvero indimenticabili e ricchi di quell’umanità e di quella profondità
culturale che – credo – era uno dei tratti distintivi del nostro Bino.
Questa raccolta di scritti pubblicati da
Nicolodi editore in Rovereto (Trento), a cura di Otello Fabris ed Enrico
Grandesso, contempla interventi a spettro lungo sulla poesia e sulla multiforme
attività culturale di Bino Rebellato: poeta, editore, animatore culturale, ma
naturalmente non esaurisce il discorso su un autore estremamente essenziale
nella ricerca della parola poetica, eppure altrettanto incisivo nella
ricognizione a tutto campo sul terreno dell’approfondimento culturale. E il
libro, sfiora soltanto alcune peculiarità dell’operosità di Bino Rebellato, il
quale divise e condivise la sua vita fra i libri e l’organizzazione editoriale,
fra la progettazione di Premi importanti come il “Cittadella” o il
“Camposampiero”, e ancora la vivacità del “Gruppo Arti e Lettere” fondato nel
1973, tuttora attivo in quel di Cittadella. Credo che occorrerà in futuro
scindere tutte queste attività di Bino Rebellato, per offrire un quadro
esaustivo di ognuna di esse, oppure – cosa molto più gravosa – organizzare il
tutto dentro un unico progetto editoriale. Ci si rende conto che una figura
complessa come quella di Bino Rebellato non può essere liquidata così
facilmente, ma occorre intervenire in profondità per restituirlo al mondo della
cultura italiana del Novecento nella sua pienezza ed autorevolezza. Fra le tante
iniziative ricordo la mostra, nel dicembre 1978,de “I grandi maestri incisori
della Repubblica Argentina”, da lui curata, con la donazione delle opere a
favore del Convento dei Padri Francescani di Cittadella e dell’annessa
biblioteca, un gesto abituale in lui, con la sua purezza d’animo e di vissuto.
Ancora mentre scrivo i ricordi si affollano nella mente e sorrido pensando a
quella volta che con l’amico Mario De Poli andammo a casa di Bino per fargli
visita, ma dovemmo “scontrarci” con Egle, moglie di Bino, la quale si vergognava
ad accoglierci perché lamentava il fatto che le scale di accesso all’abitazione
erano stipati di volumi e volumi. E ricordo anche un’altra volta quando Bino mi
fece dono di innumerevoli volumi della sua casa editrice, tanti volumi di
poesia, soprattutto quelli della collana “Le quattro stagioni”, dove erano stati
pubblicati quelli che poi divennero i più importanti poeti italiani. Ne conservo
ancora alcuni, ma soprattutto mi riempiva di gioia quando a scadenze precise, a
Natale o Capodanno, Bino mi faceva dono delle sue preziose “plaquette”, in
tiratura limitata, destinate ai soli amici. Opere eccezionali sul piano della
ricercatezza grafica, ma che erano – soprattutto – il segnale della sua stima e
della sua amicizia nei miei confronti, sentimenti corrisposti pienamente fino al
giorno della sua dipartita. Ricordo proprio quella fase ultima della sua vita,
quando ci intrattenevamo a telefono, e lui con quel garbo di gentiluomo così
raro ai nostri giorni, si scusava con me per le difficoltà che aveva a causa di
difficoltà fisiche nella pronuncia.
Ma per tornare a questi Atti relativi al
Convegno di sabato 8 ottobre 2005, svoltosi a Cittadella e Campese di Bassano
del Grappa, trovo ingiustificato l’assenza a corredo di tutti gli interventi a
vario titolo e genere, di una ragionata e completa notizia bio-bibliografica di
Bino Rebellato, che avrebbe offerto un quadro non solamente più esaustivo ma
anche e sicuramente più referenziale dei vari aspetti trattati. Così come
ritengo “non idonea” la breve Antologia critica inserita in appendice, perché
riduce l’analisi a pochi interventi, talora ripetitivi nelle personalità, mentre
necessitava una maggiore attenzione oppure ci si poteva “limitare” ad un
sintetica scheda facilmente deducibile dai tanti libri di Bino Rebellato. E
un’altra “occasione” persa mi sembra quella di non aver riprodotto le copertine
dei suoi libri, alcuni introvabili proprio per le ragioni che accennavo più
sopra, in quanto quelle edizioni erano state indirizzate soltanto ad “amici”.
Sono
alcuni nei che – credo – con una maggiore oculatezza si sarebbero potuti
ovviare, o perlomeno ridurre al minimo indispensabile; comunque questo volume va
considerato sicuramente come il primo passo verso una “sistemazione” organica
della figura di Bino Rebellato : uomo, poeta, editore ed operatore culturale,
che ha seminato tanti frutti durante la sua avventura terrena.
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Recensione |
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