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Un Liceo: il “Quinto Ennio” di Taranto. Una rivista:
“L’Arengo”
Quando l’oscurantismo si sconfigge a scuola
"L'Arengo", Rivista del Liceo
Classico Statale "Quinto Ennio", Taranto
Fondata da Paolo De Stefano - Anno XXIX - 2007/2008- pp.
256.
Celebrare i quarant’anni di vita per un Liceo e alla vigilia
dei tre decenni per una rivista, espressione di quel mondo, è un traguardo che
poche realtà scolastiche possono vantare a loro merito. Il “Quinto Ennio” di
Taranto e la sua creatura prediletta, “L’Arengo”, sono gli artefici di questo
risultato, che dimostra ancora una volta quanto l’Istituzione Scuola rappresenti
un modello di civiltà e di cultura per il progresso di una comunità.
L’ultimo numero rende omaggio ad un grande della letteratura
italiana, Giosuè Carducci, premio Nobel, nella ricorrenza dei cento anni dalla
sua morte, un appuntamento al quale, come scrive il Dirigente Scolastico Prof.
Agostino Galiuto, “L’Arengo non poteva venir meno al suo impegno, direi quasi
istituzionale, di inserirsi nel coro degli studiosi e celebrare la figura del
grande poeta”.
Tanti i saggi che scavano a fondo nella poesia del Carducci
ma non solo di quella, dal momento che non mancano interventi a relazionare
anche sul Carducci “traduttore e interprete di alcune poesie tedesche” a firma
di Romano Colizzi , o nel ricordo di alcuni scolari particolari come Giuseppe
Albini e Manara Valgimigli a cura di Alberto Altamura.
Il fascicolo si apre con un saggio di Mario Marti, già
apparso ne “L’Arengo” nel 1997, dal titolo “Carducci alla stazione”, mentre
Walter Tommasino parla delle “Suggestioni romantiche e decadenti nella poesia
del Carducci”, e Paolo De Stefano si misura con le “Carducciane liriche
garibaldine”. Altri interventi sono a firma di Raffaele De Tommaso (“La poesia
carducciana: dall’impronta anticlericale agli inizi del riaccostamento a Dio”),
di Josè Minervini (“Piccolo florilegio carducciano”), di Titina La Serra (“Quel
Carducci familiare”) e di Antonio Baldari (“Carducci: l’epica antica e
moderna”). Come si vede una ricognizione ad ampio spettro, dal quale la figura
maestosa del Carducci fuoriesce a tutto tondo nel suo splendore poetico.
L’annuario è arricchito da altri interventi “vari” a firma di
docenti che affrontano diversi aspetti della cultura antica, moderna e
contemporanea, fornendo uno spaccato multiforme formulato su interessi
diversificati. A corollario, ma certamente non peregrine, le “testimonianze” per
i 40 anni del “Quinto Ennio”, nel ricordo ai alcuni protagonisti dalla sua
nascita ai giorni d’oggi. Un quadro completato da alcuni dati sulla struttura
scolastica e sulle attività culturale svoltesi nell’a.s. 2007-2008.
Una rivista, “L’Arengo”, sicuramente uno strumento d’alto
profilo per qualsiasi città, ma soprattutto per una città come Taranto, di cui
si parla sempre più frequentemente solo in termini negativi. E allora il “Quinto Ennio” e “L’Arengo” rappresentano una
secca smentita alle voci di persistente oscurantismo.
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