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Eratoterapia

“Nella Raccolta “Eratoterapia”, Giuliano Ladolfi Editore, la trasparenza della gioia e della convinzione di vivere manda bagliori come se perfino l’Arno torbido ed inquieto come noi d’improvviso diventasse limpido torrente.

“Un manto di luce rossa
sulle acque dell’Arno
fino all’orizzonte.
Grigia la fuga dei ponti.

Sullo sfondo un aereo
in discesa, trafitto
da schegge di fuoco.
Aleppo è vicina.
E il rosso del sangue.”

E’ così che il tuo cuore s’incendia d’entusiasmo, anche per grazia del contatto con le nipotine, adorabili protagoniste della tua storia esistenziale.

“Il nonno lavora?”
“Sì”. “Che lavoro fa?”
“Fa il poeta”.

Non è colpa mia
se Anna crede questo,
del nonno.

È nell’età
dell’innocenza, le si può
concedere tutto.

---

Cara Marta,
ti scrivo questa lettera nel momento in
cui cominci a comporre i primi versi.
Credo che sia possibile curarsi con la poesia, per
vincere le paure, stati di sofferenza, per stringere
sogni che passano in volo, per divertirsi. …

Ma soprattutto il segreto del miracolo si trova in te stesso, nel tuo coraggioso sorriso d’anima che pur valutando anche casi in negativo tuttavia riemerge a cieli sereni, armoniosamente visibili subito.

Nella notte mi sveglio
il sonno sparisce
vola via lontano.

La poesia prende il posto
dei sogni, compongo
in versi suoni e silenzi.

A un certo punto però ti chiedi: “riuscirò a scoprire / all’arrivo sulla cima/ il senso della vita?”

Sono giunto al prato
dove sorge la baita,
a tre quarti del cammino.

Avanzo per i fianchi
della montagna
fino alla vetta

vestito da scalatore
corde, chiodi
ramponi, piccozza.

Riuscirò a scoprire
all’arrivo sulla cima
il senso della vita?

A me sembra che tu l’abbia già da ora molto chiaro. Sta nell’accogliere con naturalezza riconoscente, con semplicità ed innocenza, ciò che la vita offre di lucente ogni giorno senza offuscarlo con il tocco di una mano impura: così le parole che pronunci è un grazie che risplende allo sguardo degli altri: tu comunichi coscienza. Sì, in queste pagine la vita riconosce i suoi passi innamorati sulla terra dell’umanità.”

Firenze, gennaio 2018

Recensione
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