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Il richiamo di Orfeo

Il richiamo di Orfeo è una raccolta poetica bellissima e complessa, anzi narrazione perché i singoli testi, pur nella loro autonomia, costituiscono nel loro insieme un romanzo, dove protagonisti sono il poeta e la poesia ,riproposti nella veste ancestrale del mito, “fertile sogno” che ci indica “la strada dell’armonia e dell’amore” (pag. 45). Così la poetessa, entrata in una dimensione mitopoietica, novella Orfeo esalta il potere incantatore della poesia, la sua capacità di sconfiggere il male e la negatività della società attuale.

Se la figura del poeta trova il suo correlativo in Orfeo, è consequenziale che la poesia lo trovi in Euridice, la donna da lui amata, ma il correlativo non è oggettivo, non è un corrispettivo esterno e razionale, insomma non è allegorico come Eliot e poi Montale propongono, bensì mitico, espressione di un’esigenza di ritorno alle origini, di reincarnazione dello spirito dell’antica Grecia, terra “dove l’Olimpo nebbioso | sottrasse gli dei agli umani sguardi, | e il greco mare narra antiche | gesta… (pag. 48), quando la poesia era preghiera, era ispirazione divina, era voce degli dei che indicava il percosso all’umanità. Come Ennio, nella fase antica della letteratura latina, pensava che lo spirito di Omero si fosse reincarnato in lui, così Imperia Tognacci crede di reincarnare il poeta Orfeo.

Pitagorica metapsicosi che investe l’essere della poetessa per cui Orfeo non è l’ispiratore, ma è il suo spirito, la sua anima, insomma Imperia dà un significato esistenziale a un processo di appropriazione culturale ed è proprio per questo che lei può investirsi di funzione mitopoietica, può creare nuovi miti, convinta che la parola possa far risorgere l’innocenza originaria dell’umanità, investire la sua essenza e indurla ad un modus vivendi diverso, perché anche quando Euridice ritornerà nell’oltretomba, la sua luce, il suo vangelo continuerà ad illuminare l’uomo e l’interagire con i suoi simili e con la natura.

Pablo Neruda, di cui si citano alcuni versi nel frontespizio, si sente prescelto dalla poesia, a sua volta Imperia si sente posseduta dallo spirito del mitico poeta greco e, in tale condizione d’invasamento, sa cantare versi così soavi, così nuovi che la seguiranno le bestie feroci della nostra società, per ricevere armonica luce di vita da lei che, pur iniziata ad esoterici culti, vuole aprire a tutti le porte dell’eterno e creare nuovi miti, una religione propositiva di quell’amore e di quell’armonia che dovrebbe unire in un osmosi di serenità l’universo.

La possibilità di condurre ad una condizione adamitica di innocenza e purezza la natura e l’umanità,viene proposta con uno stile altrettanto puro che, attraverso un monolinguismo di registro medio-alto, una strutturazione sintattica prevalentemente paratattica e la lentezza del ritmo, ottenuta anche con frequenti enjambement, consente uno svolgimento armonico e sinuoso all’espandersi dei pensieri che nei versi trovano vita. Insomma uno stile perfettamente idoneo ad esprimere lo svelamento della bellezza estetica ed etica a cui l’umanità dovrebbe tendere, considerato che la poesia è, “finestra aperta sull’assoluto” (pag. 58) e, al di là di ogni dubbiosa interrogazione, “filo luminoso | che ci sostiene nello smarrimento | dei confini estremi”(pag.20)

Recensione
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