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La ragazza che levita
Realismo
crudo e sofferente ed immaginazione pressoché onirica anima il romanzo, “La
ragazza che levita” di Barbara Comyns.
Un
padre di professione veterinario, tratta madre e figlia come serve, schiave da
cui tutto pretendere e nulla dare.
Dopo la morte della madre, uscita da quel
contesto infernale, la giovane Alice trova la forza per continuare a vivere nei
ricordi, nell’ammirazione della natura, in un fantasioso e unilaterale amore e
soprattutto nella taciuta scoperta dello straordinario e poi letale potere di
levitare.
Ambientato nel sud di Londra, all’inizio del Novecento, il romanzo si
caratterizza sin dalle prime pagine, per la descrizione analitica, minuta di un
ambiente domestico e di un vivere quotidiano immutabile e severo, dove il
padre-padrone domina e condiziona, come nel romanzo omonimo di Gavino Ledda e
nel film dei fratelli Taviani, tutto e tutti , ma niente e nessuno può però
impedire alla ragazza di sognare, di volare , di levitare oltre il reale, e lei,
Alice lo sa fare, possiede questo magico potere e da zerbino su cui pulire le
scarpe, quale il padre la ritiene, si trasforma in essere che vola , che si
solleva dalle cattiverie terrene verso cieli che dall’alto guardano la misera
umanità.
Più che
un romanzo gotico,come in genere dalla critica viene definito, “La ragazza che
levita” sarebbe da inserire nell’ambito della narrativa che si collega al
realismo magico perché, questo romanzo “ha una precisazione realistica di
contorni … e intorno come un’atmosfera di magia che fa sentire, traverso una
inquietudine intensa, quasi un’altra dimensione in cui la nostra vita si
proietta” (art. di Massimo Bontempelli, Riv.900).
E, di fatto, l’autrice
riesce tra tanto crudo realismo a creare grazie alla levitazione di Alice,
un’atmosfera irreale, magica,nella quale il tempo si ferma e lo spazio perde
consistenza e il dato reale si carica di una componente visionaria ,
allucinata, si trasforma in drammatico spettacolo.
Una prosa lucida e piana, ma
talvolta anche poetica, sa rendere visivi e concreti ambienti e personaggi, la
cui essenza interiore trova nell’agire e nel dire il correlativo attraverso cui
esplicarsi.
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Recensione |
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