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Scintille di vita
E’difficile trovare un
genere letterario a cui ascrivere l’opera “Scintille di vita”, perché se da un
lato il testo è sicuramente definibile ”prosimetro”, dall’altro le pagine in
prosa presentano aspetti di stile e contenuto ora ascrivibili al diario e alla
biografia, ora al memoriale o alla cronaca, senza che di fatto sia possibile
stabilire un confine netto tra i suddetti tipi di testo.
Ciò tuttavia non
rappresenta un limite, ma un arricchimento, considerato che il persistente
utilizzo di un genere letterario specifico, avrebbe potuto costituire un limite
all’espandersi spontaneo dei ricordi che ripropongono al lettore eventi,
incontri che l’autore reputa importanti nella sua vita sia pubblica, sia
privata. L’essere stato tecnico del suono e delle luci nelle tournèes di Mino
Reitano gli diede l’opportunità di conoscere e frequentare parecchia gente del
mondo dello spettacolo e l’orgoglio e il senso di privilegio che ne derivano, lo
inducono a descrivere in modo minuzioso gli incontri con quei personaggi, anche
se poi in tali descrizioni manca una loro interiorizzazione, ossia non vengono
adeguatamente proposti passioni, aspirazioni, stati d’animo dei protagonisti e
del stesso poeta-narratore. Lo stesso suo orgoglio e privilegio di cui si è
detto sopra, sono stati d’animo che si desumono più dalle minuziose elencazioni
di eventi e personaggi che da una loro specifica esposizione. Tale carenza però
è solo apparente, perché di fatto il poeta integra e completa il narratore e il
sentire di A. Tiralongo emerge nei testi poetici di cui come prezioso ornamento,
si costella il volume.
Notevole è anche la
frequentazione che lo scrittore ha avuto con uomini di chiesa, quali cardinali,
vescovi e tali sodalizi rivelano la religiosità di Antonio Tiralongo, che si
esplica soprattutto nell’amicizia disinteressata e nell’amore verso la sua
famiglia e soprattutto nell’accettazione serena della morte degli
amici e dei familiari. La fede in Dio è l’ancora di salvezza alla
quale Antonio si aggrappa e gli consente di accettare la morte e di sostenere
anche nella lirica introduttiva che “più i giorni passano, più si accosta a
chi lo ha creato”; così anche la sofferenza della malattia viene sublimata
attraverso la profonda fiducia nell’aiuto divino.
Nel complesso dell’opera,
particolarmente incisiva e pregnante è la pagina memoriale che descrive
sentimenti ed emozioni suscitati dai luoghi della sua prima infanzia.
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Recensione |
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