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Un filo di parole

La raccolta poetica di Liliana Valenti propone attraverso “un filo di parole” il percorso di un’intera esistenza. Essa infatti può considerarsi un’opera omnia ,in cui le varie sezioni potrebbero costituire altrettante sillogi che percorrono momenti di vita cronologicamente ben distinti,in cui tuttavia non c’è una evoluzione ideologica ed estetica, ma una persistente ricerca esistenziale di senso e di valori.

Di fronte al molteplice e al vario che caratterizza l’esistenza, di fronte alla pluralità dei ruoli che l’io successivamente nel tempo si trova a ricoprire, la poetessa non si rassegna al relativismo che caratterizza l’essere, alle maschere, come dice Pirandello che siamo costretti ad indossare e si chiede continuamente chi sia. La ricerca d’identità è un rovello persistente, la cui risposta viene affidata alla poesia che così diventa “il filo di Arianna” attraverso cui uscire dal labirinto dell’esistente per raggiungere l’essenza, la verità, che alla fine non è altro del divenire polimorfico della realtà e dell’io, ma coincide con esso e la poesia e la poesia, il filo di parole che “lega, … associa intreccia \ la chiara rete” senza che tuttavia venga mai meno la speranza che “sguardo e parola \ aprirà strappi” per ricominciare (La chiara rete, pag.163). Così la poesia più che il recupero memoriale dell’infanzia e delle figure che tale fase della vita hanno riempito, pare che sia la forza vitale, chiarificatrice che consente alla poetessa attraverso la comunicazione, anche l’assopimento se non la liberazione dal dolore dell’esistenza, dolore oscuro, indecifrabile, che talvolta si trasforma in angoscia, in rabbia nell’impossibilità di valicare i limiti dell’esistenza. Lo stile è scorrevole e piano, la lingua decisamente denotativa o di evidente connotazione, e, sicuramente in un momento in cui spesso la poesia ha smesso di comunicare a causa dello sfaldamento della forma, la Valentini propone una svolta stilistico-formale ampiamente auspicabile perché la poesia si riappropri dell’importante ruolo avuto in passato nella formazione culturale ed umana delle nuove generazioni.

Recensione
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