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In questo suo terzo libro di poesia, intitolato
enigmaticamente L'indicibile, Roberto Maggiani, laurea all'Università di Pisa
con una tesi in Fisica nucleare, autore di Sì dopo sì (1998) e Forme e
informe (2000, editi dalla Gazebo), pubblicista su L'area di Broca di
Mariella Bettarini, di Nuova Umanità e altre riviste di cultura, appassionato
cultore di astronomia, peraltro autore di svariati articoli di divulgazione
scientifica, pubblicati in Italia e all'estero, ci offre le "sue ricognizioni
serene e meditate sui flussi dell'esistenza, ma anche con le intime lacerazioni
del cercatore metafisico" come suggerisce il prefatore Donato Di Stasi.
In effetti, il Maggiani, attraverso la poesia, crea
liberamente per noi un suo Teatro di Parola che si risolve in un dialogo senza
interruzione col mondo, per cui si rivolge agli interlocutori ideali di cui
segnala i nominativi, a Tom, Dedè, Manu, Sebastiano, Marco, ai quali rivolge i
frammenti di un quotidiano vissuto con l'intelligenza, la sensibilità e la
coscienza che si ritrova. Per questa via, egli osserva con l'acutezza dello
scienziato e con la sensibilità del poeta, la drammatica visione contemporanea
dell'esistenza nelle sue più estreme, ma anche semplici, manifestazioni. Allo
scopo di uscirne purificato, salvo moralmente, nel coacervo della ricerca e
dell'accumulo a volte spaventoso, degli episodi ricorrenti con la fatalità
propria dell'evenienza, che ci attanagliano e sgomentano, causa prima della
dispersione morale, della debolezza estrema in cui, a volte, si traduce il
sogno della vita.Nel susseguirsi dei testi privi di titolo, ridotti a frammenti
del pensiero poetante, egli testimonia il quadro dei viventi e delle cose
circostanti, in un assoluto di percezioni che si attestano come profezia, a
volte, come speranza, a volte come mistero.
E dà prova in queasta plaquette
apparentemente minima, di quelle profondità spirituali che ben possiamo
riconoscergli tranquillamente, se può affermare: "Tra i campi di grano
sollevai il viso. | Vidi poche stelle – le più brillanti. | Percorsero tutta la
strada con me | baluginando tra i rami degli alberi. | Camminai così a lungo |
finché tutto il mio spirito fu sciolto nel cielo " (p. 9-10).E, altrove:
"Spaccando nuclei. | Protoni e neutroni ancora spaccando (scintille?) | Se ne
trovano sei – più gli anti (l'antimateria) – | ben legati (di spago?) – | Quark (e antiquark): Un Down Charm Strange Topo Bottom.| Stravaganza.
|| Dentro il
protone due quark Up e un quark Down | Saldati – indivisibili. | La forza di
colore li confina. | Tre stati distinti (cariche): rosso viola verde – | Gli
anti (complementari) cyan giallo magenta. | Come la forza elettrica (più forte)
| Rosso con cyan – bianco | Viola con giallo – bianco | Verde con magenta –
bianco..." (p. 17). E' a questo punto che il Maggiani, quasi raccogliendo
l'eredità dei primi decenni del secolo scorso, ripropone con la bravura e la
competenza che gli dobbiamo riconoscere, le concezioni più ardite del Futurismo,
del Surrealismo, della Fisica | Chimica e dell'Astrofisica più avanzata, al fine
di rendere possibile, in poesia, l'ampliamento di un orizzonte linguistico
espressivo capace di abbracciare e contenere l'espansione della scienza e della
tecnica, ai massimi livelli della nostra capacità cognitiva, nel verso in cui si
può concentrare l'universalità del senso della nostra stessa Vita | Morte, della
nostra Fede.
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Recensione |
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