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Una silloge di
“unità lessicali” scarne, asciutte ma fortemente esponenziali e intensamente
metafisiche. Una poiesi spontanea, profonda di motivi, sempre orientata verso
strutturazioni eleganti ed istintive, dove la volontà sonora dell’autore trae
dalla psiche “musica atonale ma anche musica assoluta”. Filippo Giordano,
attinge la sua “linfa poetica” da una classicità contrassegnata da una semantica
a “nuances”. È una successione di note in alternanza a forme di climax e
anticlimax: (il canto) «…Morbidi, consolatori fonemi | ritmati da fonico impasto
| che librando in aria | dal suolo eleva un poco l’uomo». Il canto di Giordano è
«il sale della terra» o come dice Giorgio Barberi Squarotti «è bello per
eleganza, per intensità, verità di vita e per concetti e riflessioni sul tempo e
sulla parola…».
Tra litote e
ossimori, tra metafore anàclasi, Filippo Giordano dimostra di conoscere
l’artificio nell’uso delle parole nell’ottica della stilistica, ma la sua
perizia è straordinaria nel riuscire a “mimetizzare” questa sua tecnica poetica
sotto un manto di spiritualità. Il “Paraclèto” è sempre presente, anche nelle
pieghe più riposte, più ctonie della sua liricità. Lo spazio creativo è ridotto
nel concetto di relativismo «sullo spazio inesistente o illimite anche nella sua
adimensionalità»: (La scrittura) «Sulle bocche crebbero cespugli | di fonemi,
cavernosi suoni | e graffiti coltivarono memorie…»; (La foto) «madre viva, con
quel sorriso lieve | che la foto, ad epigrafe, ritorna»; (La parola) «…Sgomento
e terrore, cenere e lapilli, | terremoti, fulmimi e saette | furono schedati: la
lingua sciolse | parole e il vento sparse il seme». Un’alchimia di parole
visibili. Contrassegnate da “dinamismi assoluti”, una denuncia di realtà
sensibili nelle quali Giordano scopre la drammaticità di certe situazioni, la
fragilità di oggetti, di parole della stessa libertà o le inquietudini di certi
personaggi quali Gesù, Copernico, Cristoforo Colombo o ancora dei fratelli
Lumiere ecc. Una poesia moderna, espressiva, ricca di referenti sociali e di
alto significato etico.
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Recensione |
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