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I nostri giorni perfetti
Aveva ragione a dire Luciano Caniato, anni fa presentando
una precedente raccolta di Francesco Piemonte, che lo spazio geografico
all’interno del quale opera la sua mente poetica “è quello che va da Belluno a
Venezia, con rapide puntate sulle attigue plaghe venete. Spazio sufficientemente
ampio e variegato di storie, sociologie, psicologie, per consentire un serrato
confronto io-altri e decidere coinvolgimenti, repulsioni o distanze”.
Il nuovo libro intitolato I nostri giorni perfetti
conferma quella definizione critica,
alla luce delle ultime e ultimissime poesie di Piemonte. Una raccolta, questa
appena uscita, di notevole qualità letteraria, e nella quale non c’è niente di
superfluo o di non autentico. Vi si conferma quella “perfezione” (perseguibile
sul piano della ricerca e dello stile) che l’autore insegue da sempre e che
evoca qui a partire dal titolo.
La poesia di Piemonte coinvolge sempre un insieme di
elementi: diario esistenziale, elaborazione di pensiero, sondaggio del profondo,
rappresentazione coloristica... il tutto tenuto al passo fermo di un ritmo
netto, univoco, coerente. Con una capacità di contrarre e fondere le situazioni
in piccoli blocchi che, mentre appaiono compatti, realizzano intanto una
stratificazione frammentata.
A mio parere, I nostri giorni perfetti è un libro
di rara originalità e perciò da segnalare a maggior ragione all’attenzione dei
lettori interessati alla poesia.
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Recensione |
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