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Promethéus. Il dono del fuoco“Ormai lo sappiamo, Roberto Mosi, ad ogni suo nuovo libro, spiazza. Mai banale, mai monotematico. Sempre eclettico. Stavolta è il mito di Prometeo a travolgerlo e, di conseguenza, a travolgerci. Prometeo che si sacrifica per donare all’umanità il fuoco, il lume della scienza, del calcolo e dei segni, ci accompagna dove non immagineremmo mai.
Un percorso in cui l’evocazione visiva, pittorica, si intreccia con quella musicale. Passeggiando ascoltiamo Musorgskij, la Suite per pianoforte Quadri di un’esposizione, ispirata agli acquarelli dell’amico Hartmann, in cui ciascun pezzo è preceduto, per l’appunto, da una promenade. Fino ad arrivare alla Grande Porta sul Fiume, l’Arno, immaginata dal Poggi e mai realizzata (è rimasta al suo posto la caserma ad impedire quella vagheggiata prospettiva), omaggio alla Grande Porta di Kiev. Una porta che chiude un percorso, ma si apre ad un altro: al futuro. “Fu mia a loro bene - l’idea del calcolo” dice ancora Prometeo. E allora si riparte, ci incamminiamo su, verso il colle della scienza, per dialogare con Galileo ad Arcetri “sul destino dei pianeti e delle stelle”. E incrociamo Eschilo che “canta la generosità di Prometeo”, Leopardi, Jorie Graham. La speranza e l’angoscia. Musiche di Mozart, Puccini e David Bowie. Infine Antigone che, dopo aver sfidato la legge in nome dell’amore, insieme a Prometeo, col sottofondo della Music of Change di John Cage, illumina la via all’uomo per riprendere a vivere dopo la pandemia. La salvezza della scienza. Ancora una volta profondità e leggerezza caratterizzano l’opera di Mosi che con eleganza e nessun compiacimento, anzi con un garbo spesso ironico, ci porge cultura e umanità.” ***
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