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L’anima e il lago
Nella raccolta di liriche di Giorgina Busca
Gernetti,
quello che emerge ad un primo acchito è il lago e
l’emozione di fronte al lago, visto questo quale
elemento
simbolico di uno stato d’animo interiore. Il lago
appare
quindi protagonista, ma nello stesso tempo
controfigura
dell’autrice, riflesso e specchio delle sue
emozioni. Da una
parte il suo volto cambia, come cambia lo stato
d’animo
umano, e d’un tratto si fa triste, cupo e
violento: «Triste, dolente
grigio | del lago immobile sotto la pioggia. |
Angoscia
intrisa di gocce infinite | le lacrime del cielo
sul mio volto»
scrive la poetessa nella lirica “Pioggia
d’autunno sul lago”.
L’apparenza negativa dell’essere, il suo dolore e
la sua sofferenza
si riflette in esso dall’inizio alla fine. Un
sentimento
leopardiano percorre le liriche. Ma il pessimismo
e la negatività
non sono il fine dell’emozione della poetessa.
Dall’altra parte, come il rovescio di una
medaglia, il lago
appare quale indice di serenità e di quiete, di
pace e di tranquillità,
quale finalità dello stato emotivo, come bene si
legge
nell’ultima lirica “Sole sul lago”. «Il lago
azzurro freme
per la brezza | che ricama ed increspa | la sua
lucente seta
sotto i raggi | d'un sole d'oro, libero dal velo
| di pallente foschia | che traslucido rende, opaco e scialbo | il bel
cielo
lombardo. || Candide vele fendono l'azzurro |
dell'aria limpida
e serena. Candidi | cigni dal flessuoso collo
immergono | rapidi il capo a catturare prede | nell'acqua
trasparente. | Di
smalto il lago e il cielo che i gabbiani |
graffiano con i voli».
E viene subito in mente “La quiete dopo la
tempesta” di
Giacomo Leopardi. Il bene e la pace appaiono il
punto d'arrivo
di una conquista, e la felicità emerge dopo la
tristezza.
È la situazione eterna e realistica della gallina
che torna sulla
via a ripetere il suo verso, mentre «chiaro nella
valle il fiume
appare». Il passaggio dalla turbolenza alla pace
interiore è il
filo conduttore quindi dell’intera raccolta, e il
susseguirsi
degli eventi catastrofici non sono fini a se
stessi, ma sono
elemento concatenanti di una evoluzione emotiva,
che ha
come finalità assoluta la pace interiore. Il lago
appare in
questo senso il luogo in cui si evolvono e
ruotano pensieri ed
emozioni. Il lago è una figura letteraria
abbastanza comune,
ma i risvolti sono imprevedibili. Senza
addentrarci troppo
negli elementi letterari appare doveroso
ricordare “Quel ramo
del lago di Como” che tante emozioni ha suscitato
nei
lettori del Manzoni o la passionalità e il
tormento interiore di
un Lancillotto, detto del Lago. «Il mistero del
lago – scrive
Giuseppe Panella nella prefazione – predomina con
la sua
tanto inquietante quanto pur limpidissima
profondità apparentemente
insondabile agli occhi dei non iniziati. Il tema
come si vede era vastissimo. Le tredici liriche
che compongono
questo poemetto compiutamente sviluppato,
L'anima e
il lago,
di Giorgina Busca Gemetti hanno tutte come scena
primaria le rive e lo specchio di un lago sul
quale si susseguono
eventi angosciosi, misteriosi, evocativi e, alla
fine,
almeno parzialmente, rassicuranti. In effetti,
almeno in passato,
trascorrere un periodo di vacanza ai laghi è
stato per
lungo tempo sinonimo di un periodo di calma e di
tranquillità,
di sospensione delle preoccupazioni della vita,
di un soggiorno
sereno fatto di pace e di mancanza di problemi
troppo
stringenti e angosciosi».
La poesia di Giorgina Busca Gernetti appare
quindi
chiara ed elegante, sapendo rivelare i misteri
dell’animo
umano e il proprio in particolare, attraverso una
espressività
lineare, ma intrisa di metafore e simboli, che
rendono la
sua poesia accattivante e avvincente, oltre che
profonda.
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Recensione |
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