Ogni sera
Dante ritorna a casa. Sette passeggiate con il poeta
Passeggiando nella Storia
Nella coralità delle voci che interloquiscono, il racconto si fa vivace e
appassionato mentre soddisfa tante curiosità, rendendolo scorrevole e gradevole,
nel bel libro di Roberto Mosi Ogni sera Dante ritorna a casa Sette
passeggiate con il Poeta Edizioni Il Foglio 2021.
Ed è un racconto che certo principalmente parla di Dante nel vissuto della
sua Firenze in quei tempi intorno al 1300 della sua vita, ma lo contestualizza
nel nostro vissuto di oggi nel reticolo di strade che, malgrado i
rimaneggiamenti dovuti al trascorrere del Tempo, conservano in gran parte del
centro storico quell'aura di
Medioevo evocata a maggior ragione dalle lapidi dantesche, 34, "la maggior
parte di queste sono collocate nel centro, nel Sestiere di San Piero, dove
nacque e visse Dante" come ci ricorda l'autore a pag. 16, a introduzione dei
percorsi/passeggiate che una comitiva di amici nello scorso autunno/inverno
(2020) ha fatto insieme a lui, lapidi collocate nel 1907 a cura del Comune di
Firenze.
Strade quelle che già videro Dante fino al 1302, anno del suo esilio, e ne
rievocano eventi e sentimenti come risultano esplicitati dalla Commedia,
dandoci non solo un ritratto dell'autore ma un'immagine della città nei giorni
della vita quotidiana all'epoca costellata di fatti e di misfatti ad opera di
personaggi e di casati che ancora danno nome a palazzi e vie e piazze cittadine,
nomi che un sapere storico contribuisce a motivare e, al presente, a far
partecipi i contemporanei di un passato che li riguarda.
A tal proposito il libro di Roberto Mosi è documentatissimo e scende molto
spesso nei dettagli a corredo dei versi riportati, potendo affidarsi a una
nutrita bibliografia alla quale fare riferimento non disgiunta dall'entusiasmo
ben documentato degli amici che nelle passeggiate condividono il gusto della
scoperta della Storia e della riscoperta della città. Città che ha visto Dante
innamorato poeta dello stilnovo e prima ancora lo ha visto battezzato nel
suo Bel San Giovanni e poi partecipe alla vita pubblica in un tempo
difficile dove le fazioni dettavano legge anche con la violenza, motivo
dell'esilio dantesco vissuto tra sofferenza e nostalgia della città amata e
biasimata nel desiderio costante di un possibile ritorno però invano.
E nella Commedia le speranze terrene si uniscono alle speranze celesti
le quali soprattutto motivano il suo viaggio nei tre regni oltremondani in vista
di una redenzione personale dopo lo smarrimento nella selva oscura dei
traviamenti intellettuali e spirituali nell'ottica cristiana della correlazione
Terra/Cielo.
In tale ottica Firenze e i suoi abitanti diventano un paradigma della
condizione umana e del mondo intero con il suo carico di vizi e di virtù, di
degrado morale e di possibilità salvifiche, Città degli uomini che dovrebbe
portare alla Città di Dio, per quelle vie che, intorno alla Badia e al Bargello,
tra case torri e viuzze, rimandano a quei tempi non meno contraddittori dei
tempi nostri e dei quali il Sommo Poeta ha saputo cogliere le ragioni profonde
che animano conflittualmente l'esistenza.
Vivere la città con consapevolezza come vivere la vita significativamente
motivata è un esercizio che fa bene alla mente e al cuore. In compagnia di Dante
l'esercizio risulta facilitato e arricchente. E questo è comprovato
dall'esperienza raccontata con sagacia e competenza nel libro di Roberto Mosi
che è capace di restituire alla curiosità intellettuale il gusto della
conoscenza storica stimolando il lettore a fare quei medesimi percorsi magari
con il suo libro tra le mani ed a rileggere ancora la Commedia nella sua
interezza.
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