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L'idea, ecco è l'idea di un passato non passato, di un presente continuus, di un futuro imprendibile, nascosto da un paravento, a chiudere e stringere i versi del la Busca. Il poeta è sostanzialmente solo come tutti coloro che cercano dentro di sé quanto il mondo non è capace di offrire, quanto sfugge alla comprensione, quanto non si vede, quanto si percepisce soltanto nell'ombraluce. Giusto titolo che racchiude l'io insoddisfatto, incompreso, spaurito della poetessa, in primis, ma forse anche di tutti noi. Coloro cioè che vinti dal peso di una vita che diversa avrei voluta ora per ora... vita non mia, pur mia si attardano a ritornare nei luoghi dell'infanzia lontana e imaginifica... l'animo stretto nell'acerba morsa del dolente rimpianto e ancora coloro che scrutando nel pozzo, cercano i frammenti sparsi del loro esistere. La poetessa matura la sua lirica dentro ad una imperfetta crisalide che negli anni si muta in splendida farfalla di cui però con consapevole lucidità si contano i giorni dell'esistere. Ma la sua malinconia non è però negazione della vita, ma è siepe dell'infanzia, | graffi sul braccio, | sussurro di frassini, | capricci, risate e pianti, | brevi come in estate un temporale. Ed è dolcezza questo suo andare per ricordi accompagnata dai versi degli altri, i poeti che come lei, con lei hanno assaporato l' agrodolce del rimpianto. Sfilano Pascoli, e Carducci, Leopardi e Montale e insieme vanno Euclide, Meneemo ed Apollonio e per mano ancora Saffo e Ibico.

Ma questo andar per versi insieme ai grandi che hanno fatto grande la storia dell'uomo, senza nulla rubare loro, ma soltanto affinarsi e scaldarsi alla loro luce, fa di questi versi monumenti di piacevole ascolto, un calidario di superbe impressioni che non mancano mai di colpire nel segno. Ed il segno è il nostro sentire che si fa piccolo come un uccello nel pugno, grande come un mare in tempesta, dolce come una caramella rubata, verde come i prati in primavera. Così tutti allineati cerchiamo di riconoscere le sensazioni di un azzurro puro, di zolle arate, di spighe ondeggianti, monumenti di speranza regalati dalla natura all'uomo affinché viva. Ci ritroviamo a camminare gli uni accanto agli altri nel ricordo della madre, lontana e tuttavia vicina, per riprendere con lei le fila di un dialogo interrotto e ci sentiamo rappacificati con la vita che nulla regala ma nulla toglie se tu cielo sereno profondo | io bianco gabbiano nel vento, | io fronda che lieve si culla, | tu sabbia che riluce al sole, nella parola poetica continuiamo a cercare il senso della vita. Perché poi è il senso della vita a dominare tutta la poetica della Busca. Volere a tutti i costi cercare il senso, in ogni spigolo di mare, in ogni frammento di roccia, in ogni segmento di terra, in ogni evento umano: il senso e la sua verità.

Recensione
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