| |
Notizie da Via Daniele
Bisogna conoscere l'opera di Giunta nel suo
complesso: in essa appaiono sempre due temi fondamentali. Da una parte la
"memoria" che continuamente filtra nella contemporaneità, che penetra nel
presente, nella società e nella vita. Questo vuol dire che uno degli sforzi
fondamentali che Giunta va facendo da anni, attraverso il suo lavoro di
scrittore, è quello di costruire un'identità, un'immagine dell'uomo che consenta
di prendere il soggetto stesso nella sua totalità; per dirla con Jean Paul
Sartre "l'uomo nella totalità dell'essere". L'altra parte è l' "immaginazione".
E tra la memoria e l'immaginazione, cioè il creativo tutto costruito o
edificato sul progetto dell'immaginazione e della memoria, in mezzo,
continuamente filtrata dal presente, troviamo il "linguaggio", la scrittura
estremamente semplice, piana, che però non è mai una scrittura che scade nel
medio-basso del registro linguistico. E' una scrittura per certi aspetti
estremamente raffinata.
Di
Notizie da Via Daniele credo che si possa dire
tranquillamente che si tratti di un operazione di sdoppiamento; cioè la figura
di Alberto, il protagonista del romanzo, è una figura che continuamente
s'innesta e si inserisce nell'io autobiografico per poi liberarsene e quindi
condurre una sua vita autonoma, indipendente. Questa è la conseguenza perché da
parte di Alberto si viva una sorta di "educazione sentimentale", tutta
particolare però in quanto fatta continuamente, costruita ed edificata sulla
base, sulle fondamenta di questa "fuga" e di questo "ritorno", quindi di questo
"andare" e "tornare" che appartengono al processo migratorio dell'intellettuale
Giunta, nato in Sicilia, ma che si trasferisce nel continente. Esempi del genere
ne abbiamo quanti ne vogliamo nella nostra storia letteraria contemporanea.
Accade di scorgere qualche volta nella prosa di Giunta una sorta di
innamoramento nei riguardi della propria pagina, quasi a riflettersi
continuamente nella scrittura e allora, in quel momento, ciò che all'apparenza
potrebbe sembrare soltanto un "viaggio esterno", una fuga dall'isola, un
inserimento in una realtà urbana, come quella di una città appartenente alla
logica della megalopoli, allora soccorre la scrittura come sollievo, come
farmaco, come antidoto, proprio nell'interpretazione dell'arte come riscatto
della creatività e di tutta una serie di condizionamenti che provengono da certe
realtà secolari dell'isola e, con discorso contiguo, di tanta parte del sud
d'Italia. Le quattro attività di Francesco Alberto Giunta: narratore, poeta,
giornalista e saggista, non sono assolutamente isolabili, ma formano un coagulo
esemplare. E questo è un fenomeno abbastanza tipico nel paesaggio della cultura
contemporanea, cioè di un giornalista che riesce ad incidere così profondamente
nella realtà e un narratore che sa trovare questo perfetto equilibrio tra
"immaginazione" e "memoria".
| |
 |
Recensione |
|