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Presentazione a
A tu per Tu
di Francesco Alberto Giunta

la Scheda del libro

Walter Mauro

Questa nuova fatica letteraria, con la quale Francesco Alberto Giunta si presenta al pubblico dei lettori, non è stavolta frutto dell'immaginazione, dell'invenzione„ del fantastico che hanno rappresentato l'entroterra di romanzi e racconti che appartengono ormai alla sua ricca bibliografia, bensì una sorta di brogliaccio, di journal cui affiancare percezioni del sensibile che posseggono in sé una diversa potenzialità interlocutoria: si tratta infatti di viaggi, interviste, incontri informali che si traducono in altrettanti spezzoni di minuta, e acuta, analisi. Il che non vuol dire, si badi, che questi testi vadano isolati, se non addirittura contrapposti, all'attività del romanziere o del novelliere, meno che mai che possano configurarsi come un momento interlocutorio, nell'intenso la vorio di scavo che Giunta va compiendo da non pochi anni sul tessuto della realtà. Non mi pare ci sia pagina di questa silloge che possa, venir isolata, o possa vivere una vita autonoma, nei confronti dell'azione di poeta, di narratore, di novelliere, si diceva: e ciò accade in virtù di un supporto di passione letteraria che Giunta indiscutibilmente possiede, e che rappresenta uno dei punti di forza, del suo certosino lavorio di analisi e di ricerca. L'obiettivo resterà quello della conoscenza: per questo le pagine che seguono fanno tutt'uno con il resto dell'azione letteraria dello scrittore: una volta individuato il procedere del viatico del conoscere, eccolo impegnarsi, e innestarsi, nel congegno interno del progetto, lungo due componenti essenziali e dominanti, che emergono da queste pagine, assieme ad una, presenza saggistica che ne ricompone il segno più segreto: il viaggio e l'intervista. La ricerca affannosa e tormentata, inquieta se vogliamo, lo sospinge verso le più difformi plaghe del pianeta terra, alla ricerca minuziosa e paziente di quei vizi umani e quel valore che da sempre ha agitato le menti umane dedite alla riflessione critica. Incontrare l'altro da noi vuol dire recuperare la propria identità smarrita nel grande mare dell'oggettività, nel naufragio cui l'essere è condannato dall'angoscia dell'esistere: all'interno, al vivo di tale fase conoscitiva, l'incontro con l'altro, di a!tra razza; con lo straniero nell'ètimo originario del termine, si configura come  un tentativo riuscito di ricavare  da una sorta di lacaniano specchio dell'io tutto quel duro fardello di smarrita indecifrabilità di noi stessi che ci colloca nel limbo dello smarrimento, senza consentirci un viatico liberatorio. E' un processo che può anche riconoscersi nell'input psicanalitico, ma che soprattutto si identifica e va a riflettersi nella specularità di un incontro umano con un cinese, con un cubano, con un soggetto del Terzo Mondo che all'avventura dell'individuo ha recato un così dolente e angoscioso contributo. Eppure, ben oltre il disagio sociale di tanti anfratti della comunità umana, il senso del risarcimento del soggetto vuol dire recupero e possesso della totalità dell'essere come fonte e matrice ineludibile di un rapporto che diventa confronto, e va a tradursi in fraternità di intenti.

L'intervista appartiene ad un consimile processo di approccio e di sfida: alla precarietà del reale concreto che ci circonda, !'incontro con il talento altrui, Prisco, Luzi, Sidorov, Evtusenko, vuol dire anche verifica di se stesso: il che la dice lunga sull'aspetto e il carattere autobiografico di un libro del genere L'intervista è un'arte che deve obbedire a canoni ben precisi, non può eludere la discrezione nel chiedere, il rispetto per l'altrui pensiero, l'adesione umile e compiuta al proprio ruolo di interlocutore maieutico, che deve saper trarre, come parto plurigemino, dall'altro tutto quanto può e deve servire all'identikit di quell'essere misterioso e indecifrabile che è l'intellettuale, che resta tale anche quando assume il ruolo e la funzione di artista, e obbedisce pertanto alla trasgressione dallo schema, alla ribellione nei confronti del progetto e del disegno. In quale misura questi testi di Giunta obbediscano a tale idea della filtrazione conoscitiva è decisamente verificabile sulla base di quegli scritti autonomi, non saldati, vale a dire, al referente geografico-culturale o al personaggio con cui interloquire, che sono i saggi in cui lo scrittore è solo con la pagina bianca da riempire, non ha davanti a sé appunti o resoconti stenografici: qui, nel saggismo lucido di Giunta, è reperibile ancora una traccia della vitalità con cui questo scrittore, in perfetto assetto moderno che esige, come fatto positivo, il caos degli stili, interferisce nel reticolo del mondo, sul tessuto slabbrato dell'universo, alla drammatica ricerca di un io unito e compatto che superi ogni lacerante frantumazione.

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