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Poesie controcorrente e racconti in versi
Nell’ultima silloge di Fabio Dainotti,
Poesie controcorrente e racconti in versi,
si parla di amori strani, di incidenti stradali, di persone equivoche e di fatti
contemporanei. Sono fotogrammi di una società velocemente ritratti, intrisi del
problema sociale come Nelle tavole
di Beltrame: “Uomini di colore,
disperati, / affondando tra le ondate / con gli occhi dilatati dall’orrore /
alzavano al cielo / le braccia che reggevano i bambini / per dare loro ancora un
attimo di vita”. La realtà permea la poesia rendendo sacri gli eventi che
colpiscono la sensibilità del poeta.
È una poesia che racconta le vicende reali senza false
idealizzazioni, con un linguaggio diretto velato da sarcasmo, da cui traspare un
senso di amarezza nel parlare di comportamenti, di modi di vivere, di persone
senza rimorsi e senza sentimenti. Il verso è sciolto, pochissima la
punteggiatura. Si narra di persone centrate su se stesse, le quali non avvertono
l’altro, né i suoi bisogni e né i suoi sentimenti: “Quando Marco morì in un
incidente stradale, tu deglutisti appena.” Oppure l’intolleranza verso gli
emigranti come nella lirica Una
barbona: “I condomini dicevano che
puzzava”.
Versi che fanno riflettere come evidenzia
Paolo Ruffilli
nella prefazione: “Rispetto ai modelli
correnti della sua generazione, Dainotti riesce a fondere nei suoi versi la vena
elegiaca della poesia di memoria e il canto di natura esistenziale, elaborando
quella che si può definire una sorta di cronaca dirottata, giunta alla
sistemazione delle immagini dopo essere passata al vaglio di una ragione che
intende per lo meno tentarne una decifrazione per guardare in faccia la realtà
senza paure, nelle vicende quotidiane, nelle relazioni interpersonali,
nell’amore, nei dubbi e nei punti morti della vita”.
La sua poesia va contro la corrente usuale e dunque appare come
una denuncia della società, la quale ha preso una strada priva del senso di
umanità, caratteristica principale dell’essere, appunto, umano. Il poeta si rifà
al crepuscolarismo con liriche quasi prosate dai temi attualissimi e come
afferma nella postfazione Carlo Di
Lieto: “La tangenza crepuscolare
appare palese nel decentramento dell’io e nella fuga dalla realtà, con un
affondo impietoso, per la tenera sensualità, che attraversa il sentimento
amoroso e per le maliose suggestioni, che danno vita al gioco delle agnizioni e
dei nascondimenti, nella messa a fuoco della nostalgia e del rimpianto”.
Dainotti è presidente onorario della
Lectura Dantis Metelliana,
di cui è stato per anni presidente e direttore, condirige l’annuario di poesia e
teoria “Il pensiero poetante”;
ha vinto molti concorsi, ha collaborato a numerose riviste letterarie ed ha
curato la pubblicazione presso Bulzoni de
Gli ultimi canti del Purgatorio dantesco
nel 2010.
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Recensione |
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