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Pass dopo pass

Nella recente raccolta lirica: "Pass dopo pass" Lilia Slomp Ferrari già nella composizione d'apertura "Dì dopo dì" affronta il tema dell'esistenza: un insieme di gioie e dolori, di vivere, morire e riprendere a vivere in un paesaggio affascinante. Subito si avvertono l'incanto del passato, il drammatico sentimento del tempo, la nostalgia della madre che è, anche, profonda pena - Ogni moment de 'mbròi de fiordalisi / vorìa quela carezza strangossada / ancóra ancòi entrà sti cavéi grisi / adèss che sta me vita l'èi sgolada -

È continuo il rimpianto di quel passato che s'identifica nella società contadina: una civiltà tramandata, esistente ancora nella memoria di chi l'ha conosciuta e ha vissuto i filò di stalle, tipici di tutto l'arco alpino. Ne fa da sfondo un paesaggio montano, a volte accennato, a volte evocato con nitidi accenti.

Sono momenti di nuda realtà, ma anche di sogni e fantasie. Ma la vera fantasia è la mente della poetessa, il suo sangue, la sua anima, il suo sognare la vita: viverla soprattutto, il suo viaggio nell'esistenza, partecipando infine la sua esperienza al lettore. Si tratta di un percorso talvolta fiabesco, anche duro e aspro come la vita della nonna.

Lilia esiste nell'essere, è il suo essere, è la sua esistenza. Lo testimoniano diverse liriche: fra queste "Quando se 'mpizza i òci de la séra".

I ensògni i va a morir entél brocón / quando se 'mpizza i òci de la séra / e són vestida ancór de primavera / brazzada al sgól de l'estro de 'n sofión.

In questa silloge non mancano i versi d'amore, la passione intensa, l'abbraccio e la carezza, lo struggimento di un fiammeggiante eros. Fili conduttori risultano il sentimento del tempo, la natura amata, cullata, descritta nella varietà delle stagioni si fa presenza costante. Come costante è la coscienza di Lilia Slomp come poeta. Lo si avverte nei versi, nei ritmi fluenti; al proposito voglio segnalare "Man de ladro", composizione dedicata al fratello prematuramente scomparso nel 1989, dove fermenta ancora un dolore acre.

Nell'intera raccolta si snoda una poesia tramata di realtà e sogni, di brucianti antiche memorie: "l'amore perduto" per la madre con cui Lilia ebbe un rapporto difficile, sentimento che tutt'ora le rimorde la gola e che ritorna in varie composizioni. Fortissimo, invece, è l'attaccamento al padre, a cui dedica una splendida ninnananna, di cui riporto alcuni versi: Con ti per man al pass de na canzón / la piuma sul capèl, sgrif de penséri / avén toncà penèi dentro emozión.

Più procede la silloge lirica, più si evidenzia il lungo percorso della conoscenza, attraverso le metafore della salita dentro n'orchestra de silenzi, nel segreto dolz de la rosada.

Un percorso, dicevo, che non tralascia le speranze e i sospiri, le gioie e le risate, la spina del vuoto, la disperazione del niente.

L'itinerario di Lilia è dentro le illusioni e i sogni, soprattutto dentro la vita con il ricordo ancora fresco del primo amore che si fa presente: Gnanca te sai de pradi a svoltolón / dentro sti òci ancóra 'nnamoradi / e gnanca te ricordi chi èren stadi / quando ne carezzéven de scondón.

In diverse composizioni riappaiono i ricordi della fanciullezza, la rimpianta società contadina, i paesaggi di neve e ghiaccio, le parole dimenticate, le lune sognate, lucenti e malinconiche, le sere da sfoiar entéi filò.

Mi piace terminare con "Dialèt", componimento che coglie la verità, il nucleo esistenziale e linguistico, il fiato e il sapore dei primordi.

Lengua che sa de lat 'pena ciucià / brontolar de polenta 'ntél paròl / musica che se sfòia dentro 'l fià / te canto 'n gola come rossignòl.

Un incanto di questo volume lirico "Pass dopo pass" sono gli endecasillabi che esprimono l'armonia e uniscono la bellezza delle immagini e dei suoni, la musica delle parole.

Sapiente la "Prefazione" di Nadia Scappini che, oltre a rivelare la tensione lirica di Lilia, rivela il profondo senso di religiosità, come lei scrive "non convenzionale, tantomeno devozionale, ma in senso etimologico".

Bergamo, 19/11/2019

Recensione
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