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Solfeggio
“Alba a Milano: Milano a tradimento affiora nell’alba azzurra e rosa in lievi
fiati chissà dove nati”, in una delle poesie di “Solfeggio”.
Nella scansione
musicale le note si soffermano al ricordo di alcuni momenti preziosi di un
passato indimenticato. La vita della poetessa scorre sul pentagramma, sui tasti
bianchi e neri di un vissuto ricco di esperienza e di alterne vicende. Le arie
sorvolano a volte delicate, spesso profonde e veritiere una realtà nella quale
l’anima ora nasconde con ironia le proprie delusioni e le proprie amarezze, ma
più spesso nell’accettazione cosciente e responsabile raccoglie nei versi uno
spirito elegiaco che incanta e sublima il tutto. suggestive sono le
immagini della Brenta nella memoria di un’infanzia vissuta accanto a persone
care, che appaiono e scompaiono nelle liriche come ombre fugaci,ma sempre e
comunque presenti nella mente e nel cuore.
L’intelligenza, la
razionalità controllano quanto il sentimento avverte ma nel contempo l’emozione
sfugge al controllo e traccia una linea esistenziale originale e compiuta. Il
solfeggio continua a declinare aspetti della vita e della realtà: lo sguardo si
rivolge all’esperienza giovanile, alla vita trascorsa a Milano, alla casa dei
nonni, non tralasciando elementi concreti relativi alla politica, alla società,
a visioni, ricordi indimenticabili di momenti felici dell’esistere (spiaggia
libera agli Alberoni, Livorno e la leggerezza dell’essere).
La poetessa trae anche
ispirazione dalle bellezze della natura, dal preludio di primavera, al
comignolo, agli alberi, all’inverno. La ricerca della verità continua in tutto
il percorso che conclude con parole di speranza per l’uomo che, nonostante la
crudeltà della vita, non è mai “perdente”.
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Recensione |
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