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Senz'alfabeto

Ho accolto con gioia ed entusiasmo questo nuovo approdo letterario di Anna Maria Guidi, sempre tentando di onorarne il lavoro poetico mettendo in atto le possibilità ermeneutiche che hanno come base ciò che mi insegnò personalmente Mario Luzi: il lavoro critico costituisce un serio impegno se si valorizzano opere ed autori che si stima degni di considerazione. Partendo infatti da questo presupposto non si possono sospettare piaggerie, compiacenze o convenienze mantenendo un’ equa neutralità e, per contro, l’ “engagement” in quello che il nostro “proporre” ispettivo può offrire, e per l’arricchimento e il confronto. E per le sorti del “letterario” universalmente inteso. Fedele a questi presupposti, ecco dunque il mio contributo.

Questa forma di particolare espressione poetica supera il reale e ne comunica i suoni-sensi riflessi al confine del dicibile. E’ compenetrazione di “nature” da parte della parola. Una compenetrazione che, trafitta dal posseduto riverbero dei fenomeni “poetati”, rimanda -dello specchiarli avendoli incarnati- il loro segno debordante la struttura linguistica come avrebbe potuto essere, e quale, invece, ri-flette essere: il suo ALTRO (“ailleurs”)-OLTRE (“sur-naturel”) inteso come sfera magica al di là dell’husserliano fenomeno logico. Perché ciò che si è ri-colto è lo iato fra gli stupori e l’averne disecretato gli “essenziali” di segrete armonie. E perché il ri-flesso è corrispondenza significante di senso impalpabile e supremo. Un senso-sensi difficile da cogliere, afferrare, ma in virtù delle operazioni decostruenti il tessuto verbale (raffinate ai neologismi, al rendere transitivi gli intransitivi, al ri-generare l’intiero spettro delle metafore in tasselli liquidi di ardite trasfigurazioni e tras-fuocazioni (e vengono in mente anche le sur-determinazioni barocche di proust e delle scuole poetiche francesi “artate”, e direi , art-ate), spettro in virtù di queste molteplici apprensioni colto e catturato.

E’ poco? Non è poco. Esprimo quindi, incondizionatamente, la mia ammirata “valutazione”, viste le “risultanze” con l’incontro di questa poesia così elevate, restando in attesa di tutto l’ “ulteriore” che potrà stimolare così meravigliosi processi. E nuovi percorsi. Sfide. Di cui andare fieri. “In fieri”…

Recensione
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