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"Che cos'è la poesia? Tutti ci chiediamo. "Patente
d'infinito data a quanto è pura mortalità e vanità" (Paul Celan), la poesia
forse non è che una rete di parole colorate nella quale resta impigliato il
nostro Io, quell'lo dai quale non riusciamo a liberarci neppure in sogno.
La parola del lirico continua tuttavia ad affascinarci ed
ancora oggi, dopo tanti disincanti, riesce a commuoverci. Se poi uno degli
scopi dell'arte è – come scriveva Yeats – quello di comunicare un'emozione,
Nevio Nigro emerge nettamente dalla folla anonima dei poeti, venuti negli
ultimi decenni ad assiepare i concorsi letterari e ad alimentare il mercato
del nulla. Una capacità ineguagliabile la sua di tradurre in musica e di
trasmettere con immediatezza i moti dell'anima, un poetare inconfondibile, che
permette al fruitore di vibrare all'unisono e di sognare con lui.
Folate di vento sfogliano all'indietro il libro della vita.
Lontananze della memoria, sogni e desideri della giovinezza, brevi gioie e
vane speranze dell'intera esistenza, ritornano – come "invisibile vento", come
"careze brune | e dolce non parlare" – nella luce crepuscolare della sera. "Con
il passato nella memoria e l'oggi nella malinconia" – come cantava Giorgio
Seferis –, l'anima esplora quel mondo dei ricordi che ci segue dappertutto, e
vive in noi fuori del tempo. Trasfigurati dalla mente trascorrono volti
femminili, "silenzi di labbra e lune", illuminati da sguardi complici e
tentatori ("Solo gli occhi ricordo, | smeraldi | e ciglia nere"): un turbinare
di emozioni, dove il pensiero si perde e la realtà si confonde con il sogno.
Il momento culminante è rappresentato dalla comparsa sulla
scena della "donna oscura", che ci riporta a una famosa pagina sinfonica di
Sibelius, quel Valzer trrste, che ancora e sempre ci avvince. "Sui prati della
notte | danza una donna oscura. | Viene da un golfo d'ombra | in cui scompare il
tempo". In lei non puoi che ravvisare l'angelo della morte. Qui, come in una
poesia di un'altra raccolta (penso a "Sera di settembre'), si fa strada un
"desiderio di notte", si respira una specie di "cupio dissolvi". "Un segreto
pensiero | di resa | fa più dolce la sera. | Diviene persino agognata | se mette
una maschera lieta. | Se promette il silenzio. | E non cancella il mare".
Anche se il poeta sa cogliere ed accettare i momenti di
angoscia ("Ti aspetto anche domani |angoscia del mattino"), nel "chiaroscuro
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di lacrime | e gioia" c'è pur sempre la vita e basta un "orto di rose" a
risvegliare la speranza dalla "bocca rotonda | come un nido"
Nella poesia di Nigro le parole sono poche; egli sa
cogliere ed isolare dal tumulto del cuore e della mente delle immagini
sfolgoranti e circondarle di silenzio. Così facendo, !e parole brillano di
luce propria. Il loro splendore e la cadenza musicale ne superano persino il
senso. a volte criptico e segreto.
Nigro, non sentendo la necessità di passare a tessiture più
complesse, lavora su un verso breve con buoni effetti di concisione e stilemi
legati alla tradizione ermetica. Resta il fascino indiscusso di una poesia
introspettiva, fatta di splendidi quinari, perfetti settenari e di
endecasillabi fratti, che va annoverata a buon diritto tra le voci più originali dell'ultimo Novecento italiano.
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Recensione |
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