| |
Nascita e sviluppo di un progetto
La Struttura che vogliamo,
i Servizi da
avviare, la Comunità da costruire
1. Lo stato attuale del progetto sociale
della cooperativa “Don Milani” di Acri
Parliamo
del Progetto, sociale e assistenziale, ma anche educativo e formativo, portato
avanti, negli anni, dalla Cooperativa “Don Milani” di Acri (CS). Che ci sia un progetto è già di
buon auspicio e fa ben sperare, perché nessun intervento, per quanto serio ed
equilibrato possa essere, può avere uno sviluppo e un futuro, quando è
semplicemente affidato alla cieca casualità. Ogni progetto, perché si realizzi,
richiede continua cura, attenzione e tanto coraggio, costanza e anche
determinazione, caparbietà e volontà di portarlo avanti ad ogni costo,
nonostante i costi, umani e materiali, che bisogna pur mettere in conto. Il
progetto è cioè la risultanza, il punto d’arrivo, di grandi sacrifici e sforzi,
che spesso nascono dall’impegno di singole persone, oltre che da quello
collettivo, di tanti altri collaboratori, gente comune e volontari.
E la Cooperativa “don Milani” devo dire, per averlo
vissuto direttamente, un progetto, di solidarietà e sostegno verso le forze
deboli e bisognevoli, l’ha sempre avuto e l’ha sempre perseguito, andando spesso
incontro a incomprensioni e grosse conflittualità, per poterlo portare avanti e
sviluppare. Questo progetto, per come è allo stato attuale, di adoperarsi in
tutti i modi a mettere a punto e avviare una struttura e dei servizi,
aperta ai tanti che si trovano senza un punto di riferimento e rischiano
ulteriormente di smarrirsi, rappresenta appunto la sintesi di grossi patimenti,
e insieme anche di grandi aperture e soddisfazioni, per la forza delle idee che
nel tempo si sono condensate e attorno ad esso sono confluite, allacciando gli
sforzi che in tanti stanno facendo per poterlo concretizzare.
Un progetto che ha camminato interrogando la gente comune, chi
in concreto avrebbe poi dovuto fruire dei suoi servizi, e che è andato via via
sempre più definendosi a diretto contatto con il territorio e con i suoi
potenziali utenti, ovvero chi viveva, anche in stato temporaneo, una condizione
di disagio o di bisogno.
Questo progetto, di poter realizzare qualcosa di grande e di
utile, partendo dal basso e da chi non ha perso il desiderio di sognare,
catalizza ora tante energie positive, provenienti dal mondo lavorativo, dalla
imprese private, dal settore impiegatizio, dalle libere professioni, dal mondo
associativo e religioso, dalla voglia spontanea di tanti altri di rendersi
semplicemente utili, ovvero di rendere un servizio d’aiuto al proprio simile,
ben sapendo che prendersi cura dell’altro è un modo di affinare sempre più la
capacità di avvicinare e dialogare con sé stessi, nella convinzione di un atto
etico di solidarietà e di reciprocità.
Questo progetto, nell’azione dell’Io, è oggi un sogno che, senza
svanire, ha preso sempre più contatto con il principio di realtà e con la
capacità adulta di rapportarsi con i tanti problemi che la realtà esprime,
prendendo coscienza e accettando, senza scoraggiarsi, i propri limiti e la
necessità anche di ridimensionarsi rispetto ad una idealità che avrebbe potuto
nuocere alla fase realizzativa.
La parte materiale di questo progetto è quella che oggi è sotto
gli occhi di tutti e che ognuno può ammirare e eventualmente sottoporre a
verifica: una struttura ampia e spaziosa, con una bella veduta paesaggistica e
in parte già ultimata e potenzialmente fruibile da una prima utenza. Una
struttura completamente realizzata attraverso atti di solidarietà e di
altruismo: ricordiamo, per fermarci ad un solo esempio, la donazione del terreno
da parte delle Sig.ne Giuseppina e Lisa Gencarelli, assieme ad un’altra
struttura nel centro storico del paese, nonché una somma in denaro. Una lode, un
plauso, va senz’altro all’infaticabile e artefice primo, promotore e forza
trainante di tutto questo, ovvero al lavoro minuzioso e assiduo di Nello Serra e
alla sua grande professionalità in campo socio – assistenziale, che non ha mai
gettato la spugna, non ha mai mollato la fiducia nel progetto, nonostante i
tanti momenti difficili, che determinavano scoraggiamento e preoccupazione.
Un progetto, in sostanza, che ha accolto e accoglie i
suggerimenti di tutti e che è aperto all’apporto positivo di tutto il
territorio. E questo è il senso di iniziare a fare il punto della situazione
chiedendo la collaborazione dell’intera cittadinanza e dei professionisti nei
vari settori e più direttamente degli operatori sociali, per vedere quali
indicazioni insieme possiamo trovare per l’indirizzo successivo della
programmazione di questa struttura, di questa casa, di quest’avvio di comunità,
dove tutti collaborano al benessere di tutti e perché il proprio fare sia
indirizzato a far stare meglio l’altro. La comunità, quindi, che vogliamo e che
sia pienamente allacciata e integrata nel territorio in cui agisce e si
sviluppa, e che riceva il sostegno e la collaborazione, la solidarietà
dell’intera cittadinanza del territorio calabrese, cosentino e acrese, in cui
materialmente si colloca l’immobile, in fase di ultimazione nella sua
architettura edilizia.
2. La natura dei
Servizi socio-assistenziali offerti dalla struttura della cooperativa “Don
Milani”
La struttura non è stata concepita
per andare a soddisfare le esigenze di un’utenza in particolare, così come i
Servizi attivabili non sono diretti a particolari tipologie di utenze.
Piuttosto, come ampiamente argomentato e discusso, in riunioni interne al gruppo
di direzione, la stessa cooperativa è nata da un bisogno specifico di formazione
lavoro, per favorire l’inserimento e l’integrazione di un gruppo di persone
disabili, ma poi gradualmente è andata sempre più collocandosi come spazio di
socializzazione e di ascolto per ogni tipo di problematica sociale. L’approccio
al problema del disagio e dell’emarginazione sociale, in qualunque modo lo si
qualifichi o nella grande varietà delle sue manifestazioni, nella discussione
odierna, in ambito cooperativo, continua ad essere trattato in termini globali e
in stretta aderenza al tessuto sociale di appartenenza.
Nella fase operativa dell’attivazione dei Servizi, si
presterà allora prima di tutto attenzione ai bisogni della persona, concepita in
forma unitaria e in funzione integrata, per facilitarne l’autonomia e avere una
migliore gestione di sé nelle varie attività della vita quotidiana, curando però
parallelamente, con lo stesso interesse, gli aspetti contestuali, di ordine
territoriale e ambientale, che noi sappiamo quasi sempre vanno poi ad incidere
sull’evoluzione e la crescita generale dei singoli individui. Sotto questo
profilo i servizi offerti dalla Coop. “Don Milani”, saranno soprattutto e
più direttamente fruibili dalla gente del nostro territorio, ovvero da quanti
individueranno la struttura come spazio dove all’occorrenza sia possibile poter
ricevere una prima risposta e trovare accoglienza e orientamento. Dei servizi,
quindi, collegati al territorio e che s’innestano direttamente nel tessuto
sociale, dove si estende la stessa vita della comunità, oltre i confini della
residenzialità della struttura architettonica.
Quest’idea di territorialità, si incontra tra l’altro con
uno dei punti cardine del progetto della “Don Milani”, ovvero con lo
sforzo che la struttura diventi veramente punto di riferimento per tutti i
residenti dell’estesa area territoriale in cui è collocata, ovvero l’ampio
comprensorio comunale della città di Acri e della provincia cosentina,
specialmente in momenti particolari della vita, qualora si dovessero presentare
delle difficoltà e non si riesca ad affrontare e gestire con le proprie sole
energie o rimanendo in condizione di isolamento. In quest’ottica, è bene
ribadire e penso sia chiaro come non abbia tanto importanza la natura del
bisogno o la tipicità della particolare categoria d’utenza, poiché tutti hanno
diritto a ricevere aiuto e tutti possono dare il loro contributo, messi nella
condizione di poter esprimere le proprie potenzialità creative.
Gli interventi saranno così sì primariamente assistenziali, ma
intrecciando sempre l’azione sociale a motivazioni e interessi più di ordine
educativo e formativo, anche per andare incontro a nuove richieste che bisogna
raccogliere e di cui oggi l’utenza si fa portatrice, ovvero di scoperta e
affermazione del rispetto di sé e della propria identità personale, della
propria storia e della particolarità del proprio vissuto, sia di malattia che di
interscambio socio relazionale. Nuove istanze che si ricollegano ad un’area
emergente che qualifichiamo come “Area del SE’” e alla capacità
innovativa che oggi l’uomo sta sviluppando di poterla contattare, poterci
attivamente riflettere ed entrare in dialogo, prendendo coscienza di parti
profonde e sconosciute della nostra vita inconscia e di natura esistenziale.
3. L’utenza più
idonea ad usufruire dei servizi e della struttura gestita dalla Cooperativa “Don
Milani”
L’utenza, a cui è diretto il
progetto della cooperativa “Don Milani” di Acri, dovrà essere una realtà umana
chiamata continuamente alla partecipazione e al coinvolgimento nella vita
comunitaria, in modo da poter offrire un attivo contributo alla sua stessa
evoluzione, costruendo una realtà aperta al cambiamento e al rinnovamento
continuo, creando e ricercando situazioni di mutuo aiuto e collaborazione
osmotica tra l’interno e l’esterno, tra la comunità e il contesto sociale e
culturale in cui si trova ad agire, tra il mondo della “diversità” e quello
della normalità.
La comunità, che include anche l’utente, deve cioè svilupparsi
in modo da essere attenta e sentire come proprie sia la struttura che i servizi
da essa offerti, facendo sì che non scivolino mai verso l’Istituzione e la
burocratizzazione, che significherebbe tradire o distorcere le linee guida del
progetto o anche annullare il lavoro portato avanti dagli organismi della
cooperativa negli anni.
Questo interesse a partecipare alla conduzione della casa
porterà sicuramente ad un arricchimento spirituale e materiale sia delle persone
che dei servizi offerti, poichè il criterio di produttività resterà legato alle
potenzialità d’espressione d’ogni singolo utente e a seconda delle sue capacità
di rendersi disponibile e donare parte del suo tempo al settore occupazionale e
lavorativo sviluppato dalla comunità, quali possono realisticamente essere i
Laboratori di costruzione di giocattoli, fiori, oggettistica e della lavorazione
del baco da seta, o semplicemente di cura del verde, di giardinaggio e
collaborazione alla tenuta e pulizia generale della casa.
Partecipare alla gestione dei servizi è anche una strategia, a
nostro modo di vedere vincente, per assicurare delle partecipazioni economiche
da parte dell’utenza sostenibili e accessibili ad ogni espressione degli strati
sociali. L’utente così potrà sentirsi utile ed economizzerà le proprie spese
personali, affiancando le unità lavorative e gli operatori professionali
stabilmente previsti nella pianta organica della struttura socio assistenziali
della cooperativa. E’ in sostanza una strategia di autofinanziamento,
attraverso cui rendere più leggere le spese della struttura e sviluppare
sinergie d’aiuto con la società.
Chi si ritrova in queste idee, condivide le linee di sviluppo
del progetto e vuole impegnarsi a dare il proprio fattivo contributo di
volontariato, può comunicare da subito la disponibilità ad essere presente nelle
varie iniziative attualmente portate avanti dalla cooperativa, per velocizzare i
tempi di apertura e funzionamento della struttura socio assistenziale, dando
vita alla comunità che vogliamo.
Pasquale Montalto:
Vice Presidente della Cooperativa “Don Milani” di Acri
(Cosenza),
Psicologo Psicoterapeuta, Sociologo, Counselor Trainer.
| |
|
Materiale |
|