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Se una notte d’inverno una donna

Il poeta ripercorre i vissuti della propria esperienza con l’altro sesso, descrivendone la cruda realtà esistenziale, nel tentativo di pacificarsi e trovare migliori strade per incontrarsi con questa parte di Sé, raffigurata dal rapporto con la donna e dal femminile presente accanto al maschile: All’apparenza/ sono fragile, ambigua, capricciosa/ incostante se è il caso ed altro ancora, / in realtà come la madre terra/ sono soprattutto una madre. (Pg 25)

Uomo e Donna, Maschile e Femminile, un confronto difficile tra due mondi distanti, sconosciuti, da esplorare con garbo, mitezza e tanta sensibilità, per come Natino Lucente sa fare con l’aiuto della poesia, recuperando creatività e originalità d’approccio alla relazionalità comunicativa di genere. Dice il poeta: Questa terra quasi per prima / una fanciulla conquistò per caso /…/ Poi venne una donna sventurata / con l’anima malata di ricordi / …/ Altre donne lasciarono una traccia /…/ Mi restò ancora una realtà nascosta: / una donna alta e bella che mi volle / solo per quel che sono. (Pgg 94-96)

Ed è lo spaccato di una realistica condizione umana che si sviluppa nella relazionalità tra l’uomo e la donna, fatta di contrasti, frustrazioni, ansie, insicurezze, durezza; ma anche delicatezza, sensibilità batticuori, slanci, passione… nell’insieme, parti d’ognuno che bussano alla porta della coscienza in cerca di risposte a confronto con i nostri bisogni, per ritrovare un tempo e uno spazio d’espressione e di possibile e sincera apertura, perché no di unificazione, dialogo e fedele incontro, raccogliendo ogni frammento di memoria e di ricordo vissuti nel delicato rapporto con la donna, e che il poeta Natino Lucente con carica di cuore e tanto sentimento invita a ripercorrere per come la sua poesia si propone in una prospettiva artistica di slancio e di bellezza: Canterò dell’amore / un mostro, un prodigio, un sentimento / che ti esalta e ti danna. / Tu nell’altro proietti il tuo sentire, / la tua pena di vivere / la tua voglia di baci e di carezze / con tutti i più nascosti desideri / e, in fondo, la speranza … / Tu, ricordi il tempo dell’amore / ed io i tuoi occhi pieni di passione, / i miei voli scomposti in sogni… (cfr. pgg 75-76).

La donna quindi come capacità esplorativa dell’incontro con il nuovo e nella reciprocità di scambiarsi autentico amore: Se ti abbraccio/ sono carne / che vive della tua carne / …/ Tu sei la donna / che mi dà l’amore, / e il tuo riso / è il mio riso. (Pg 77)

Recensione
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