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Premettiamo
che un libro con racconti che ruotano attorno al mondo piccolo, quello
del paese, è sempre (da Guareschi in poi, e se ben descritto) un piacevole
intermezzo di lettura. E qui, oltre alla scoperta di uno scrittore certamente
abile e maturo, con questo ‘”70”
e dintorni, un Paese ed altre
storie’, libro opera prima di Iago da Medolla (Edizioni ‘Il Fiorino’,
Modena, 2006), abbiamo il trionfo di un delineato microcosmo che riporta agli
anni Settanta, attraverso trenta racconti che davvero sono ben costruiti
e si legano tra loro a formare una sinfonia che ricondurrà tanti al tempo della
propria gioventù e tutti i lettori indistintamente prenderà per la varietà delle
situazioni che rendono il mondo di una piccola comunità così com’era circa
trent’anni fa.
Barbieri
conduce la danza dei vari episodi con sapienza e ne escono a tinte forti
personaggi che davvero sembra di avere davanti: dagli adulti, ai più giovani.
L’Autore sa usare un registro ironico e quasi distaccato, ma si comprende che
non è separato che dal tempo trascorso da tante di quelle situazioni. Chiunque
lui sia nascosto nelle pieghe del testo (perché c’è e sospettiamo di sapere chi
è e teniamo per noi l’indicazione), faceva parte di quel mondo piccolo e
ha vissuto e palpitato in esso.
Poi c’è quel
bar, quel punto di riferimento imprescindibile con quelle figure di
frequentatori e, assieme, le strade, le piazze, il campanile. C’è la fissazione,
presente, verso le donne, i motori, il vino; ci sono i sogni, aleggiano altre
cifre e insomma c’è la vita d’ogni giorno di basso e alto profilo e che non
sarà tanto cambiata da quell’ieri, per chi ha continuato ad aver radici nel
paese tratteggiato dallo scrittore e che è proprio tipico della Bassa, ma
vicino per sentire, ai mille e mille paesini d’Italia e del mondo
industrializzato sortito da un retroterra contadino.
Insomma,
Iago Barbieri ha prodotto un bel volume omogeneo di racconti credibili,
palpitanti, con figure e situazioni che si imprimono nella mente: come quella di
Darwin, mangiatore e artista; quelle dei
calciatori veri e fasulli; dei guardoni a cielo aperto;
delle ragazze e ragazzi che credono di essere liberi e spesso, in breve spazio,
saranno prede fatali delle trappole della vita (e della morte). C’è anche da
dire che nel procedere si rivivono momenti di passaggio storici, come il
Sessantotto, la nascita delle Radio libere, la conquista di tante
(troppe?) libertà. Un respiro di tempo agitato e complicato, infine.
Il
registro dello scrittore è alto, i vari episodi si agganciano e scorrono come un
film e ogni volta c’è un colpo di scena, un’emozione. La provincia che sa
produrre un narratore autentico non è poi cosa rara, ma sempre bella. Ed è
proprio un bel debutto, questo di Iago Barbieri nel mondo delle lettere.
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Recensione |
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